Trump potrebbe essere accusato di aver portato, a fine mandato, nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, scatole con documenti riservati, che sarebbero dovuti restare alla Casa Bianca
Una nuova tegola rischia di abbattersi su Donald Trump. L’ex presidente Usa potrebbe essere nuovamente incriminato e questa volta per documenti trafugati. In particolare potrebbe finire nei guai per aver portato, a fine mandato, nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, scatole con documenti riservati che sarebbero dovuti restare alla Casa Bianca.
Secondo quanto riportato dal New York Times i suoi legali hanno incontrato i procuratori federali e il consigliere speciale Jack Smith. Tutti hanno lasciato gli uffici del dipartimento della Giustizia con le bocche cucite. A fare trapelare la notizia è stato lo stesso Trump che ha pubblicato un messaggio sulla sua piattaforma social, Truth, in cui ha fatto capire che al centro dell’incontro ci sarebbe la possibilità di essere incriminato. «Come può il dipartimento incriminarmi – ha scritto Trump a caratteri maiuscoli – se non ho fatto niente di male. Quando nessun altro presidente è stato incriminato, quando Joe Biden non verrà incriminato di niente, incluso il fatto di avere 1850 scatole di documenti, molti dei quali riservati».
Di recente è emerso che il procuratore speciale Smith sarebbe entrato in possesso di un audio in cui Trump ammetteva di avere portato via documenti segreti, cosa che lui aveva sempre escluso, sostenendo di averli considerati desecretati nel momento stesso in cui lui li aveva considerati tali. I National Archives, gli Archivi di Stato a cui spetta il compito di conservare tutti i documenti presidenziali, hanno spiegato ai procuratori federali che Trump era a conoscenza delle procedure per desecretare i documenti, ma non le aveva seguite.
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