Anche peggio per le rate dei nuovi mutui a tasso fisso che sono destinate a raddoppiare
Secondo i calcoli della Fabi il destino economico di chi ha contratto in questo frangente un mutuo a tasso fisso sarà decisamente difficile. Infatti nel corso del 2023 le rate dei nuovi mutui a tasso fisso sono destinate a raddoppiare. Sorte meno feroce, ma pur sempre negativa, per chi, invece, ha scelto il variabile: in questo caso le percentuali di aumento dovrebbero oscillare tra il 55 e il 65%. Se però non ci saranno differenze per i vecchi mutuatari a tasso fisso, quelli che, invece, a suo tempo scelsero il variabile potrebbero vedere un’oscillazione al rialzo fino al 70%.
L’analisi nasce considerando un mutuo a tasso fisso da 200.000 euro per la durata di 25 anni. Partendo da un tasso medio applicato dalle banche che potrebbe essere superiore al 6% si avrà una rata di 1.304 euro che diventerà di 609 nel caso di un finanziamento du 100.000 euro, sempre di 25 anni, col tasso al 5,3%.
Come spiega il segretario generale FABI Lando Maria Sileoni «C’è la convinzione, condivisa da molti economisti, che non esiste alternativa all’aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea, come soluzione per contrastare la crescita dell’inflazione. Noi, invece, ce l’abbiamo l’alternativa ed è rinnovare tutti i contratti di lavoro nazionali scaduti da oltre 5 anni, da molto prima del Covid, che riguardano 7 milioni di lavoratrici e di lavoratori di tutti i settori. Qualcuno ci deve spiegare come si possa far ripartire i consumi senza rinnovo dei contratti nazionali con stipendi di persone che arrivano al massimo al 20 del mese».
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