
Il progetto mira anche a potenziare la qualità del prodotto italiano
Le dichiarazioni di Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia al tavolo di lavoro convocato dal Ministro Lollobrigida sulla filiera del grano e della pasta evidenziano i pericoli di una dipendenza estera sul fronte delle materie alimentari. «Abbiamo imparato tutti negli ultimi due anni che dipendere dall’estero per beni essenziali, quali cereali, grano etc, è pericoloso perché potrebbe mettere a rischio l’intera filiera e la sicurezza del Paese».
Dopo il recente caso dell’India che ha dato lo stop per l’export di riso, aumentano le nazioni che decidono di rivedere le proprie politiche alimentari, tra queste anche la Cina che, di fatto, ha stoccato circa l’85% dello stock di grano globale. «L’obiettivo – prosegue Scordamaglia – non può quindi che essere aumentare strategicamente la produzione nazionale di grano duro attraverso l’unico strumento che lo consente e cioè i contratti di filiera che se adeguatamente implementati assicurano stabilità e garanzia di un prezzo trasparente e remunerativo per tutti».
L’intenzione è anche quella di potenziare qualitativamente il prodotto e, nello stesso tempo, di agire contro le speculazioni. Proprio a questo proposito Scordamaglia aggiunge di voler «partire da una seria e oggettiva analisi dei costi di produzione da affidare ad un organismo terzo e qualificato, come Ismea».
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