
I listini del Vecchio Continente soffrono soprattutto per le consistenti vendite sul comparto auto, uno dei più esposti verso la Cina e gli States
Chiusura in territorio negativo per le Borse europee, nell’ultima seduta di contrattazioni della settimana. Milano termina gli scambi scivolando a 28.650 punti, in calo dello 0,63%. Fa peggio Francoforte, che cede lo 0,67%, mentre Parigi lascia sul parterre lo 0,27%. Unica in controtendenza è Londra, che chiude con il segno più e raggiunge quota +0,34%.
L’aumento del tasso di disoccupazione negli Usa, che dovrebbe indurre la Fed alla prudenza sui tassi, non scalda le Borse europee, alla prese più con i timori sulle future mosse della Bce.
In una seduta che mostra dati contraddittori per il mercato del lavoro statunitense, i listini del Vecchio Continente soffrono soprattutto per le consistenti vendite sul comparto auto, uno dei più esposti verso la Cina e gli States. Né dal canto suo l’economia europea sembra dare segnali confortanti, con l’attività manifatturiera che, pur migliorando, ad agosto è rimasta in contrazione, mentre l’Istat ha rivisto al ribasso la stima del secondo trimestre del Pil italiano.
Sul mercato valutario, l’euro è in calo a 1,0790 dollari (da 1,0844 ieri in chiusura). Vale inoltre 157,76 yen (157,993), mentre il biglietto verde è pari a 146,19 yen (145,689). In risalita il gas sui 36 euro al MWh (+2,8%), così come il petrolio: il contratto consegna ottobre del Wti è pari a 85 dollari al barile (+1,7%), quello del Brent di novembre a 88,1 dollari (+1,4%).
Dopo aver chiuso il mese di agosto con un “rosso” del 2,7%, Piazza Affari ha inaugurato settembre con una seduta all’insegna delle vendite e il Ftse Mib che ha perso lo 0,6%. Tra i pochi titoli a salvarsi Tim (+2,8%) con il mercato che scommette sulla risoluzione positiva del dossier rete unica e i petroliferi, supportati dalle quotazioni del greggio, come Eni (+1,8%) e Tenaris (+1%).
In fondo perdono quota Ferrari (-3%) e Stellantis (-2,2%) in scia al comparto auto europeo, ma pesano anche le tensioni negli Usa tra azienda e sindacati, in vista della scadenza del contratto il 14 settembre. Deboli anche i principali titoli bancari.
(foto SHUTTERSTOCK)