La Banca Centrale Russa ha annunciato di aver alzato i tassi di interesse dal 12% al 13% per sostenere il rublo. L’inflazione è salita al 5,5% e l’economia rallenta
Diventa più restrittiva la politica monetaria in Russia. La Banca centrale ha deciso oggi di aumentare di altri 100 punti base il tasso di riferimento portandolo dal 12% al 13%. Si tratta del terzo aumento consecutivo in meno di due mesi per contrastare l’inflazione e l’indebolimento del rublo, che nonostante questo rimane su livelli molto deboli.
«Di fronte alla pressione inflazionistica sull’economia russa che rimane elevata e all’indebolimento del rublo quest’estate è necessaria un’ulteriore stretta monetaria», ha spiegato la banca centrale russa in un comunicato.
L’inflazione, stando alla banca centrale russa, ha raggiunto un picco del 5,5% a settembre, in aumento rispetto al 4,3% di luglio ed al 5,2% di agosto. L’istituto valuterà la necessità di un ulteriore aumento dei tassi di riferimento nelle prossime riunioni e prenderà le sue ulteriori decisioni tenendo in considerazione i movimenti di inflazione attuali e prospettici rispetto all’obiettivo del 4%. Secondo le previsioni aggiornate dei sui economisti, nel 2023 l’inflazione annua si manterrà al 6–7% e ritornerà al 4% nel 2024.
La politica monetaria perseguita dalla banca centrale creerà le condizioni per riportare l’economia su un percorso di crescita equilibrata. Nel suo scenario di base, la Banca di Russia prevede che il tasso di crescita del PIL sarà dell’1,5–2,5% nel 2023, dello 0,5–1,5% nel 2024, dell’1–2% nel 2025 e dell’1,5–2,5% nel 2026.
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