
Per quanto riguarda l’inflazione Prometeia prevede una media annuale del 5,7% per il 2023, in calo rispetto all’8,2% del 2022
Nel secondo trimestre il Pil italiano ha registrato una brusca frenata ed ora gli indicatori congiunturali portano a prevedere un terzo e quarto trimestre stagnante. Pertanto in media d’anno la crescita del PIL dovrebbe attestarsi a +0,7%, in riduzione rispetto alla stima fatta tre mesi fa di +1,1%. Questo il quadro presentato da Prometeia, noto istituto di analisi e previsioni economiche, che ha presentato un aggiornamento delle sue previsioni per l’economia italiana nel 2023.
Oltre alle tendenze legate al rallentamento del commercio globale e agli effetti delle politiche monetarie restrittive, ci sono tre principali fattori domestici che vincolano il ritmo di crescita del nostro Paese. In primo luogo, la debolezza dei consumi delle famiglie che è destinata a proseguire. È stata poi appena approvata dal governo la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) e dalle informazioni disponibili risultano margini ridotti per politiche espansive e ulteriori interventi dovranno quindi trovare copertura nella manovra, col rischio di una crescita che potrà essere ben inferiore a quella ipotizzata dal Governo. Infine, il PNRR è stato ridefinito ma non ha ancora il via libera dalla Ue.
Per quanto riguarda l’inflazione, il rapporto prevede una media annuale del 5,7% per il 2023, in calo rispetto all’8,2% del 2022. Dal 2025, in assenza di shock significativi, l’economia italiana potrebbe tornare sui ritmi medi di crescita precrisi e con inflazione moderata.
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