
L’analisi, riportata all’Ansa, prende in considerazione quattro scenari di rischio
Sono quattro gli scenari che rischiano di avere un effetto negativo fino a -0,4 punti percentuali sul Pil del prossimo anno: un andamento più debole del commercio mondiale, un maggiore apprezzamento dell’euro, un prezzo più alto del petrolio e l’allargamento dello spread.
Emerge da un’analisi contenuta nella Nota di aggiornamento al Def. L’impatto minore, pari a -0,1 punti Pil sullo scenario tendenziale 2024 (che fissa il Pil al +1%), si avrebbe nelle ipotesi di un andamento più debole del commercio mondiale e di uno spread più ampio del previsto. L’impatto maggiore, pari a -0,4 punti di Pil, si avrebbe col greggio al +20%.
L’analisi, riportata all’Ansa, prende in considerazione quattro scenari di rischio: il primo riguarda l’andamento della domanda mondiale, ipotizzando un andamento meno sostenuto rispetto alle previsioni (nel 2024 +1,7% anziché 2,2%); il secondo sui tassi di cambio, ipotizza un minor apprezzamento dell’euro (2,8% invece di 3%) nei confronti del dollaro rispetto allo scenario base; il terzo contempla una maggiore pressione al rialzo sui prezzi del petrolio, ipotizzando che il greggio si attesti ad un livello più elevato del 20% nel 2024 rispetto a quanto previsto nel quadro macroeconomico; infine si prendono in considerazione le condizioni finanziarie dell’economia, ipotizzando per il triennio 2023-26 che i livelli del tasso di rendimento del Btp a 10 anni e dello spread Btp-Bund siano più elevati di 100 punti base rispetto a quelli dello scenario tendenziale.
L’ipotesi di un andamento più debole del commercio mondiale dal 2024 e per tutto l’orizzonte di previsione “comporterebbe un impatto negativo di entità limitata sul tasso di crescita del Pil del 2024, che risulterebbe di soli 0,1 punti percentuali inferiore a quello del quadro tendenziale, e solo leggermente più marcato negli anni 2025 e 2026 (-0,2 rispetto allo scenario tendenziale)”, si legge nel documento.
Lo scenario che contempla un maggiore apprezzamento dell’euro nei confronti delle altre valute, poi, “ridurrebbe il tasso di crescita del Pil, rispetto allo scenario tendenziale, di 0,3 punti percentuali nel 2024, 0,5 punti nel 2025 e 0,3 punti percentuali nel 2026“.
Nel terzo scenario di rischio, che ipotizza un andamento del prezzo del petrolio, si avrebbe nel 2024 “una diminuzione del tasso di crescita del Pil rispetto allo scenario di riferimento di 0,4 punti percentuali, mentre nel 2025 e nel 2026 si ha un percorso di rientro, con un miglioramento del tasso di crescita del prodotto nei confronti del quadro tendenziale di, rispettivamente, 0,2 e 0,1 punti percentuali”.
Infine, nello scenario in cui, a partire dal 2024, si prospettano condizioni finanziarie più restrittive rispetto a quelle del quadro di riferimento, “si assisterebbe a un effetto negativo sul profilo di crescita dell’economia italiana. Il tasso di variazione del prodotto risulterebbe inferiore, rispetto allo scenario tendenziale, di 0,1 punti percentuali nel 2024 e di 0,4 e 0,5 punti, rispettivamente, nel 2025 e 2026”.
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