“Continuo a credere che l’attuale fase politica richieda pazienza, concedendoci il tempo di rivedere le informazioni disponibili in modo olistico, di separare il segnale dal rumore nei dati e di bilanciare i rischi concorrenti”
«Abbiamo fatto qualche progresso riguardo all’inflazione, ma è ancora troppo alta. E data la persistente forza dell’attività economica, è troppo presto per determinare se il rallentamento della crescita dei prezzi continuerà. Nel complesso, continuo a credere che l’attuale fase politica richieda pazienza, concedendoci il tempo di rivedere le informazioni disponibili in modo olistico, di separare il segnale dal rumore nei dati e di bilanciare i rischi concorrenti». Non si sbilancia più di tanto la presidente della Federal Reserve di Boston, Susan Collins, che, ad un evento organizzato dalla stessa banca centrale regionale, sottolinea l’importanza di guardare i dati macro in arrivo per stabilire le prossime mosse della Banca centrale Usa.
In particolre secondo, Collins è importante tenere conto dei movimenti dei tassi di interesse a lungo termine. Dalla metà di settembre il rendimento dei Treasury a 10 anni è aumentato notevolmente, anche se si è ritirato leggermente questa settimana. «È importante sottolineare che l’aumento dei rendimenti a lungo termine implica un certo inasprimento delle condizioni finanziarie – ha evidenziato. – Se persisterà, probabilmente ridurrà la necessità di un ulteriore inasprimento della politica monetaria nel breve termine. Ciò rafforza la mia opinione secondo cui siamo molto vicini, e forse al, livello massimo dei tassi sui fondi federali per questo ciclo di inasprimento».
Al di là delle opionioni personali bisogna attendere il 1 novembre per capire realmente quale decisione prenderà la Fed, se alzare i tassi o mantenerli alllo steto attuale.
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