Questa una fonte riportata da LaPresse: “Il senso dell’attivismo è legato alla massima difesa dei valori del mercato e degli interessi di tutti gli azionisti”
Ha fatto scalpore, ieri, la proposta di Tim Value su Tim, in alternativa a quella di Kkr. Secondo fonti vicine alla operazione Merlyn & Partners, «i fondi attivisti investono in aziende la cui governance non è ritenuta in grado di raggiungere il loro pieno potenziale, al fine di aiutarle a massimizzare il valore delle loro azioni e degli asset sottostanti».
Tim, arriva la contro proposta di Merlyn Partners (Tim Value)
Il loro modus operandi consiste – proseguono le fonti, riportate da LaPresse – nel prendere azioni in una società e poi far eleggere degli alleati nel consiglio di amministrazione della società in cui hanno investito. A differenza dei fondi speculativi tradizionali, i fondi attivisti tendono ad avere strategie a medio-lungo termine.
I fondi attivisti – sottolineano le fonti -cercano sempre di fare proposte per migliorare le aziende in cui investono, sotto tutti i punti di vista e spesso sono l’avamposto del rispetto di politiche ESG responsabili verso le persone e l’ambiente e tutti gli stakeholders. Merlyn & Partners non è un fondo attivista – evidenziano le fonti – ma è un fondo che fa anche attivismo rispetto ad azienda quotate, non ben gestite e da valorizzare.
Il senso dell’attivismo – proseguono – è legato alla massima difesa dei valori del mercato e degli interessi di tutti gli azionisti, perché compra azioni, nella massima trasparenza e si propone al mercato in maniera aperta e trasparente, inclusiva. Chi fa attivismo – fanno notare – è campione di democrazia del mercato, poiché mette a rischio i propri soldi per fare in modo che ogni azione conti e si possa esprimere nell’assemblea, che è il luogo dove risiede la sovranità di un’azienda.
Dunque – concludono le fonti – gli attivisti non sono speculatori, tanto meno lo è Merlyn che non fa un investimento speculativo, ma di medio-lungo periodo per spronare l’attuale e i futuri cda a creare valore per tutti gli stakeholders. Se è vero che l’operato dei fondi attivisti, come quello di tutti i soggetti di mercato, deve essere soggetto a regolamentazioni, è altrettanto importante la presenza nel mercato di investitori che contrastino l’opacità della governance.
Nel mondo anglosassone in particolare, dove sono molto diffusi, i fondi attivisti non sono anti-sistema ma al contrario propongono al mercato visioni in modo aperto – spiegano le fonti – in relazione a tematiche quali le eccessive remunerazioni del top manager, la composizione dei membri del board, i comportamenti dei board disallineati rispetto agli azionisti e all’assemblea eccetera. Sono un esempio di virtù nel funzionamento del mercato delle società quotate. Una strategia orientata infatti solo agli orizzonti di breve termine, o che comunque sottragga sovranità agli azionisti – concludono -rischia di impoverire e danneggiare le aziende e i loro azionisti stabili.
(foto ANSA)