
L’inflazione acquisita per il 2023 è al 5,7%. Prezzi all’industria in aumento ma solo su mese
Buone notizie giungono dal fronte economico italiano. Ad ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%) e che si confronta con il +5,3% di settembre.
La diminuzione è dello 0,1% su base mensile.
La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +5%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali anche i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%).
L`”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e dell’1,9% su base annua (in netta decelerazione da +5,6% di settembre).
Sempre secondo l’Istat a settembre i prezzi alla produzione dell’industria aumentano dello 0,6% su base mensile e diminuiscono del 14,1% su base annua dal -12,2% di agosto
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