Record di esportazioni verso gli Usa. Crescono gli ordini di macchinari in Giappone a settembre
Chiude in deficit la bilancia commerciale del Giappone ad ottobre. Secondo il Ministero delle Finanze il saldo ha registrato un disavanzo di 662,5 miliardi di yen rispetto al surplus di 72,1 miliardi di yen di settembre, mentre a ottobre 2022 si era registrato un disavanzo di 2.205,9 miliardi. Le attese del mercato indicavano un deficit a 735,7 miliardi di yen.
Entrando nello specifico le esportazioni sono salite a ottobre dell’1,6% su base annua, al di sopra del +1,2% atteso dagli economisti intervistati da Reuters ma in forte ritirata rispetto al +4,3% di settembre. Ad incidere è stato il crollo della domanda di alcuni prodotti come chip e acciaio da parte della Cina. Forte la diminuzione anche delle importazioni che segnano -12,5% su base annua, in linea con le attese degli economisti di una flessione del 12,2%.
E’ record per le esportazioni negli Usa grazie alla forte domanda di automobili. Lo scorso mese sono aumentate complessivamente dell’1,6 per cento a 9.140 miliardi di yen (60 miliardi di dollari). Si tratta del secondo aumento consecutivo e del secondo miglior dato di sempre. Su anno si registra una crescita dell’8,4% a 1.920 miliardi di yen. Le spedizioni di automobili, in particolare, sono aumentate del 37,9 per cento, quelle di componenti per auto del 20,1 per cento, e quelle di macchinari per costruzioni e per l’estrazione mineraria del 20,3 per cento.
Crescono gli ordini di macchinari in Giappone a settembre. Secondo quanto emerso dall’ultimo report dell’Istituto di Ricerca Economica e Sociale (ESRI) il totale degli ordinativi al settore privato registra un rimbalzo del 4,9% su mese dopo il -23,7% riportato ad agosto.
Aumentano dell’1,4% gli ordini core, cioè al netto delle componenti più volatili, dopo il -0,5% precedente e contro il -0,9% stimato dagli analisti.
Il dato complessivo degli ordini registra un +15,1% dopo il -14% di agosto e a questo rimbalzo ha contribuito la crescita di quelli governativi (+63%) e di quelli dall’estero (+18,2%).
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