Il programma del neoeletto prevede drastici tagli alla spesa e la sostituzione della banca centrale
Prime conseguenze delle elezioni in Argentina sulla Borsa di Buenos Aires. In avvio, infatti, la piazza di scambio sudamericana ha registrato un esaltante 21% di rialzo sia sull’indice S&P Merval che sul più ampio S&P Byma Argentina General.
Una conseguenza, come detto, dell’arrivo del nuovo presidente Javier Milei e che arriva dopo la chiusura festiva di ieri. Alla finanzia, quindi, sembra piacere il programma elettorale di Milei basato, oltre che sulla sostituzione del peso argentino con il dollaro, anche su drastici tagli della spesa pubblica, privatizzazioni ampie e, soprattutto, dalla sostituzione della banca centrale, considerata dall’ultraconservatore, la principale responsabile dell’attuale situazione. Un programma la cui intenzione sarebbe quella di riorganizzare l’economia nazionale che nel giro di una decade ha assistito a 6 recessioni.
Non solo, ma l’Argentina è ormai celebre per le numerose bancarotte (il rischio dell’ennesimo default risale alla primavera di quest’anno) e la sua economia è caratterizzata da un’inflazione che ormai viaggia sul 140% annuo, accentuata dall’ultima crisi, quella del 2020, a causa della quale Buenos Aires non ha potuto più finanziarsi sui mercati internazionale e si è trovata costretta a stampare moneta per coprire le spese statali, compresi gli interventi sociali, peggiorando drasticamente il quadro inflattivo.
Sul fronte dei cambi, non a caso, il dollaro sale dell’1% a 960,3 peso negli scambi locali in criptovaluta, mentre domenica la quotazione era arrivata a oltre mille peso per un dollaro (oltre tre volte superiore al cambio ufficiale, pari a circa 354 peso per un dollaro).
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