
L’aumento dei prezzi del petrolio e l’aumento dei pagamenti fiscali hanno aiutato il governo russo a ridurre il deficit di bilancio, che all’inizio di quest’anno minacciava di essere molto più ampio
Il deficit di bilancio della Russia quest’anno sarà pari a circa l’1% del Pil. Lo ha reso noto oggi il ministro delle Finanze Anton Siluanov, segnando l’ultimo miglioramento della salute fiscale del Paese grazie all’aumento delle entrate. In particolare l’aumento dei prezzi del petrolio e l’aumento dei pagamenti fiscali hanno aiutato il governo russo a ridurre il deficit di bilancio che all’inizio di quest’anno minacciava di essere molto più ampio, con alcuni economisti che si aspettavano un risultato pari al 5% del PIL.
«Stanno arrivando ulteriori entrate non legate al petrolio e al gas, l’economia funziona e i tassi di crescita ci permettono di parlare di entrate di bilancio più elevate», ha spiegato Siluanov.
Il deficit nel periodo gennaio-ottobre ammontava a 1.240 miliardi di rubli (13,82 miliardi di dollari), pari allo 0,7% del Pil.
Quelle annunciate oggi sono delle buone notizie in un contesto di alta inflazione e tassi elevati. Sebbene il presidente Vladimir Putin continui a ripetere che la Russia ha resistito alle sanzioni, il conflitto in Ucraina, scoppiato alla fine di febbraio 2022, sta pesando molto sulle finanze e sull’economia interna. L’inflazione è aumentato al 6,7% in ottobre dal 6% di settembre mentre i tassi sono al 15%.
In questo contesto, la BCR ha già dichiarato di aspettarsi un rallentamento della crescita economica nella seconda metà dell’anno, anche se a fine dicembre dovrebbe attestarsi a “+3%”, dopo un complicato 2022, secondo le ultime previsioni del ministro dello Sviluppo economico, Maxim Rechetnikov.
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