A dare manforte alle Borse europee, oltre ai dati Usa, arriva il rallentamento dell’inflazione tedesca, segno che la lotta contro la corsa dei prezzi sta dando risultati
Chiusura tonica per le Borse europee, con la sola eccezione di Londra. A Milano, l’indice Ftse Mib termina le contrattazioni balzando a 29.688 punti, spinto da un progresso dell’1,06%. Brilla anche Francoforte (+1,13%), mentre Parigi limita i guadagni allo 0,24%. Londra termina gli scambi sotto alla parità, con il Ftse 100 che cede lo 0,45%
Si rafforza sui mercati la convinzione che la Fed possa procedere prima del previsto a un primo taglio dei tassi, tanto che il Pil degli Usa sopra le attese viene accolto senza scossoni dai listini di entrambe le sponde dell’Atlantico. A raffreddare gli animi, è però intervenuto il presidente della Fed di Richmond, Barkin, che non si sente ancora “sicuro della situazione”.
Sul mercato valutario, l’euro resta vicino alla soglia degli 1,1 dollari e scambia a 1,0966 (da 1,0950 ieri in chiusura). Il cambio euro/yen è a 161,53 (da 162,74) e quello dollaro/yen a 147,32. Giù il gas a 40,3 euro al MWh (-5,7%) mentre in attesa dell’Opce+ è in timido rialzo il petrolio: i contratti gennaio del Wti salgono dello 0,6% a 76,9 dollari e quelli del Brent di pari scadenza a 82,1 dollari (+0,5 per cento).
In calo il listino delle criptovalute, che cala di oltre un punto percentuale rispetto all’apertura di Wall Street, a 0,28%. Bitcoin viaggia sullo 0,7%, mentre continua a volare Solana (+5,7%). Dogecoin è sopra la prità di mezzo punto.
A dare manforte alle Borse europee – che chiudono tutte in rialzo con Piazza Affari sui massimi da oltre 15 anni – arriva il rallentamento dell’inflazione tedesca, segno che la lotta contro la corsa dei prezzi sta dando risultati.
E questo in attesa in serata dagli Usa del “Beige Book” (che certifica lo stato di salute dell’economia statunitense) e domani dell’indice della spesa per consumi personali Pce (la misura più attenzionata dalla Fed per valutare l’inflazione).
Ma chi continua a bruciare le tappe è soprattutto il Ftse Mib (+1%), protagonista di un recupero di oltre il 25% da inizio anno, portatosi a fine seduta su nuovi massimi da giugno 2008. Sul listino principale in testa Stellantis (+5,3%) in scia al comparto auto europeo galvanizzato dallo strappo di Gm (+9,5%) a Wall Street per il rialzo del dividendo. Rally di Mps (+3,9%) tornata sopra ai valori precedenti alla vendita di una parte della quota del Mef. Si sgonfia sul finale Saipem (+0,3%) spinta inizialmente da due nuovi contratti offshore per 1,9 miliardi di dollari. In fondo Campari (-2,3%), utility ed energetici.
(foto IMAGOECONOMICA)