La premier ha parlato alla Camera: “A Bruxelles tutti riconoscono che la posizione del governo italiano è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare perché l’Italia, a dispetto del racconto che spesso si fa è una nazione virtuosa”
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso le sue comunicazioni alla Camera sul prossimo Consiglio europeo. «La posizione negoziale dell’Italia parte da una base di credibilità e da una serietà che sono riconosciute alla nostra Nazione grazie al lavoro di questo governo in particolare grazie al lavoro del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti».
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«E nonostante una trattativa difficilissima – ha puntualizzato – la partita è ancora aperta e se l’accordo finale è stato posticipato, auspicabilmente a una nuova riunione dell’Ecofin da convocarsi nei giorni successivi al Consiglio europeo con il mandato di chiudere entro l’anno, è perché a Bruxelles tutti riconoscono che la posizione del governo italiano è sostenuta da una politica di bilancio seria che anche oggi voglio rivendicare perché l’Italia, a dispetto del racconto che spesso si fa è una nazione virtuosa».
«Negli ultimi mesi siamo intervenuti per ridurre le spese improduttive, abbiamo avviato un’azione di razionalizzazione della spesa che riguarda tutto il settore pubblico, abbiamo avviato un importante piano di privatizzazioni che non diventeranno con questo governo delle svendite» ha detto.
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«Il tutto – ha rivendicato la premier – accompagnato da dati macroeconomici soddisfacenti e stabili, da un mercato del lavoro che sta facendo registrare risultati record sul fronte dell’occupazione (e dell’occupazione stabile in particolare), da una Borsa che nel 2023 sta facendo registrare la migliore performance d’Europa, con un spread sotto controllo, con le agenzie di rating – notoriamente poco accomodanti – che hanno dato fiducia al governo e all’economia italiana».
E ha aggiunto: «Grazie all’impegno encomiabile di tutto il governo, e del ministro Fitto in particolare, abbiamo registrato risultati straordinari sulla rimodulazione e l’attuazione del Pnrr, che oggi ci vengono riconosciuti dalla Commissione europea, dal Consiglio e da tutti gli analisti economici».
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«Ricordo ancora quando, nei mesi della campagna elettorale, la nostra annunciata volontà di intervenire per revisionare un Piano nato in un quadro economico e geopolitico completamente diverso da quello attuale veniva derisa, derubricata ad annuncio velleitario o addirittura bollata come una scelta irresponsabile che avrebbe portato l’Italia con un piede fuori dall’Europa, messo a rischio la nostra credibilità internazionale e con essa i nostri conti pubblici. Con tenacia e perseveranza abbiamo dimostrato che si poteva fare, anzi permettetemelo, si doveva fare ed è stato fatto» ha concluso.
In tarda serata, con 181 sì la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio. I contrari sono stati 100 e 13 gli astenuti.
(foto ANSA)