
Nel mirino gli anni fiscali dal 2017 al 2021
Airbnb verserà al Fisco italiano 576 milioni di euro di cui circa 353 milioni per le ritenute dovute e non versate, 174 milioni a titolo di sanzioni amministrative per le violazioni commesse e 49 milioni di interessi. Il portale ha annunciato di aver chiuso un accordo con l’Agenzia delle Entrate in relazione agli anni fiscali dal 2017 al 2021 per chiudere il contenzioso in corso.
Secondo un’inchiesta della Procura di Milano, in seguito a verifiche fiscali della Guardia di Finanza, ad Airbnb era contestata la mancata applicazione del decreto entrato in vigore nel 2015 e che imponeva alla piattaforma di affitti brevi di trattenere la cedolare secca al 21% sugli affitti. Contro il provvedimento l’azienda aveva presentato ricorsi in Italia e in Europa, vedendo però respinte le proprie ragioni. L’inchiesta aveva portato al sequestro, nei confronti della sede europea della società, che si tova in Irlanda, di oltre 779 milioni di euro.
«L’accordo significa che possiamo concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane in materia di tasse, regole per le locazioni brevi e turismo sostenibile, a vantaggio degli host e degli ospiti. Ci sono migliaia di host in Italia. Oltre tre quarti di loro hanno solamente un annuncio; l’host tipico ha guadagnato l’anno scorso poco più di 3.500 euro. Circa un due terzi (59%) ha dichiarato che i proventi realizzati ospitando gli consente di arrivare a fine mese. Il 15% afferma di lavorare nella sanità, l’educazione o la pubblica amministrazione», spiega l’Agenzia delle Entrate in una nota.
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