Spaventano il caro-voli, inflazione e situazione geopolitica
Allarme di Assoviaggi che sul turismo organizzato vede un calo del 5,4% per le feste. I timori sulla spesa nascono non solo dalla sempre più onnipresente inflazione ma anche, se non soprattutto, dal caro-voli e dalla situazione geopolitica internazionale sempre più contraddistinta da incertezza e focolai di guerra.
Quindi, se è vero che per molti il viaggio è qualcosa a cui non si rinuncia anche in caso di taglio del budget natalizio, per altri, invece, può essere rivisto. Tra tutti coloro che si metteranno in viaggio in questa fine anno si parla di circa 500mila italiani, 286mila dei quali hanno scelto una destinazione internazionale. Ad evidenziarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoviaggi Confesercenti, indagine che ha preso in esame 523 imprenditori del turismo organizzato e che evidenzia un calo, come detto, del 5,4% (114mila in meno) sulla voce di chi ha acquistato un servizio, dai biglietti ai servizi turistici, in agenzia.
Chi invece decide di partire sfrutta come meta principale le capitali europee (61,3%), seguite dalle città d’arte italiane (52,3%). Bene anche le mete esotiche ed il mare (45%) mentre i viaggi intercontinentali arrivano al 36,9% del campione.
Risultati più che soddisfacenti fa notare il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi sottolineando che «Il 2023 è partito bene per agenzie di viaggio e tour operator, con risultati più che soddisfacenti nella prima parte dell’anno. Nella seconda parte, però, non sono mancate le difficoltà. L’86,6% delle imprese intervistate ha percepito chiaramente gli effetti di inflazione e caro-voli sui clienti di fascia media, che hanno scelto viaggi di minor durata o addirittura rinunciato al viaggio. Secondo una nostra rilevazione, infatti, emerge che per un volo Milano-Palermo ora ci vogliono più di 500 euro mentre per un biglietto aereo per la Calabria si arriva addirittura a superare i 700 euro di spesa: cifre che rendono difficile, se non addirittura impossibile, il rientro in famiglia di lavoratori e studenti fuori sede per le feste natalizie. Anche la guerra in Medio Oriente ha avuto un forte impatto: tanti gli annullamenti verso Paesi come Egitto e Giordania, non coinvolte nel conflitto e tra le più prenotate nei primi dieci mesi dell’anno, e numerose le richieste di modifica della destinazione. Pesa anche l’effetto “insicurezza” generato dal conflitto».
FOTO:ANSA/TELENEWS