
Il governo si è trovato ad affrontare caro energia ed inflazione, oltre al rispetto degli obiettivi del Pnrr
Limitato dai vincoli di bilancio, quest’anno il governo si è concentrato su una serie ben definita di interventi: in primis quello per le famiglie con reddito medio basso, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale passando per una serie di misure per combattere caro energia e inflazione. Non sono mancate le criticità.
Il primo nodo da sciogliere, per il ministro Giorgetti, quello relativo ai bonus edilizi: un punto da ‘mal di pancia’ con il Superbonus 110% paragonato a ‘scorie radioattive’ che pesano sul deficit del Paese, con il conto dei costi che a novembre ha superato 96 miliardi e si appresta di fatto a superare quota 100 entro fine anno. Questo nonostante l’intervento di metà febbraio con un decreto ad hoc che ha dato una vigorosa stretta alle cessioni di credito di imposta e allo sconto in fattura.
Superbonus, cosa prevede il provvedimento del governo
Il secondo punto di cui si è discusso tutto l’anno e che riguarda tutto il governo è quello del Pnrr, con le trattative con l’Unione europea per la rimodulazione del piano alla luce del mutato quadro economico rispetto all’approvazione. A novembre la commissione ha dato il via libera al pagamento della quarta rata da da 16,5 miliardi: entro la fine dell’anno in totale sono 102 i miliardi ricevuti dall’Italia, più della metà dell’ammontare complessivo previsto.
A febbraio, per velocizzare le preocedure di attuazione del piano e degli investimenti il governo aveva approvato un decreto ad hoc. Il 2023 era partito con i prezzi dei carburanti ancora alti: per questo il governo ha varato a gennaio un decreto legge sulla trasparenza, prevedendo tra le altre cose l’obbligo da agosto per i distributori di esporre il prezzo medio regionale accanto ai prezzi praticati, una norma che ha provocato numerose proteste e un ricorso al Tar del Lazio che l’aveva annullata, con una sentenza poi sospesa. Prorogato il bonus benzina da 200 euro e viene previsto un intervento contro il caro energia per famiglie, studenti e lavoratori, con un bonus trasporti da 60 euro per gli abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, nonché per i servizi di trasporto ferroviario nazionale.
Il 16 marzo viene approvato dal Consiglio dei ministri il decreto legge per il Ponte sullo Stretto di Messina, con inizio lavori nell’estate 2024 e la fine entro il 2030. Il testo tra le altre cose modifica la società Stretto di Messina Spa e prevede un costo complessivo di 13.5 miliardi di euro. A fine mese arriva anche il decreto bollette che conferma per il secondo trimestre le agevolazioni sull’energia elettrica ali cittadini economicamente svantaggiati ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute, nonché l’aliquota del 5% per le somministrazioni di gas metano usato per usi civili e industriali. Confermato anche il credito di imposta per gli energivori.
Il governo vara la delega fiscale, che dovrà essere esercitata entro ventiquattro mesi dall’entrata in vigore. Le linee portanti riguardano la riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3; la tassazione agevolata su straordinari, tredicesima e premi di produttività; la misura ordinaria dell’aliquota, pari al 24%, per l’IRES e disposta la riduzione dell’aliquota stessa sulla parte di reddito impiegata in investimenti, in nuove assunzioni o in schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili revisione della disciplina IVA per adeguarla alla normativa Ue; la rateizzazione degli acconti e saldi Irpef per autonomi e imprenditori individuali; l’estensione agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo la cedolare secca purché il conduttore sia un esercente, una attività d’impresa, o di arti e professioni.
Il 10 aprile viene approvato il documento di economia e finanza, il primo del governo Meloni, in cui vengono confermati gli obiettivi di debito/Pil già dichiarati a novembre, 4,5 per cento quest’anno, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. Il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente crea uno ‘spazio’ fiscale’ utilizzato un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi per quest’anno. Via libera dal Cdm anche al Ddl concorrenza, che diventa legge a dicembre: è la terza volta, dopo il 2017 e il 2022, che viene rispettata la prescrizione di approvare un provvedimento che dovrebbe essere annuale.
Il 1 maggio, suscitando l’ira dei sindacati, il Consiglio dei ministri si riunisce per varare il ‘decreto lavoro’. Finisce in soffitta il reddito di cittadinanza, mentre viene approvato l’assegno di inclusione, al via dal 1 gennaio 2024, e il supporto per la formazione e il lavoro, dal primo settembre 2023, utilizzabile dai componenti fra i 18 e i 59 anni di nuclei familiari con ISEE non superiore a 6000 euro, che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione e partecipano a progetti di politiche attive del lavoro.
Novità anche sul taglio del cuneo fiscale, per i periodi di paga da luglio a dicembre 2023, con riduzione della aliquota contributiva a carico dei lavoratori subordinati che guadagnano fino a 35.000 euro lordi annui del 6% (mentre la legge di Bilancio 2023 prevedeva il 2%) senza incidenza sulla tredicesima. Resta applicabile l’ulteriore punto di riduzione per chi guadagna fino a 25.000 euro (che passa, quindi, al 7%). Vengono anche detassati straordinari e notturni festivi per il turismo e termali, e i fringe benefits fino a 3mila euro per i lavoratori con figli a carico. Sempre a maggio il Mef lancia il Btp Valore, la nuova famiglia di titoli di Stato dedicata esclusivamente ai risparmiatori individuali e affini, con tassi minimi garantiti a 3,25% per i primi 2 anni e 4% per il terzo e il quarto, oltre a un premio finale di 0,5%: la raccolta supera i 18 milioni di euro.
A fine mese viene varato un ddl per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy – approvato dal Parlamento a dicembre – che tra le altre cose prevede un fondo strategico da un miliardo per la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali anche per la fase dell’approvvigionamento delle materie prime critiche. A fine giugno viene approvato un nuovo decreto energia con le proroghe per il terzo trimestre dell’anno, dal 1 luglio al 30 settembre 2023, delle misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette. Con l’innalzarsi delle temperature divampa la polemica sulle condizioni di lavoro:a fine luglio viene varato il ‘decreto caldo’ che estende la cassa integrazione ai settori edile, lapideo e delle escavazioni e prevede l’utilizzo anche a ore della prestazione di integrazione salariale agricola.
Un altro aiuto alle famiglie è l’iniziativa ‘Dedicata a te’. Attraverso una carta, distribuita da Poste italiane, viene erogato un contributo da 382,5 euro che le famiglie più in difficoltà – con Isee fino a 15mila euro e almeno tre componenti – potranno usare per fare la spesa. Ad agosto arriva il decreto Asset, provvedimento incentrato su più materie: dall’aumento delle licenze dei taxi al caro voli, dalla lotta al granchio blu allo stop per 10 anni alle delocalizzazioni.
Scoppia anche il caso sulla nuova tassa sugli ‘extraprofitti’ delle banche, approvata ‘a sorpresa’ in Cdm: dopo una prima uscita ‘scomposta’ e le polemiche sorte all’interno della maggioranza viene previsto un tetto massimo per il contributo, ritoccato nell’esame parlamentare, che non può superare lo 0,26 % del totale dell’attivo ponderato. Non solo: una norma prevede l’entrata al 20% del Mef nella cordata con il fondo statunitense Krr per Netco, la newco della rete di Tim.
A settembre torna il Btp valore, con una nuova emissione con tassi minimi garantiti 4,10% per i primi tre anni e 4,50% per i due anni finali e un premio fedeltà dello 0,5%: oltre 17 milioni di euro di raccolta. Ma è anche il momento di approvare la nota di aggiornamento al Def che fotografa una situazione in peggioramento rispetto al Def a causa del rallentamento dell’economia, del rialzo dei tassi di interesse e degli oneri del Superbonus: bisogna fare ‘scelte difficili’, avvisa Giorgetti. Viene alzata di un punto la stima di deficit per il 2023, portandolo al 5,3% sul Pil dal 4,3% previsto nel Def, principalmente per effetto del superbonus edilizio, descritto dalla Nota come principale causa delle difficoltà di questa Legge di bilancio, fissando il ritorno sotto il 3% solo nel 2026. Viene poi varato il nuovo decreto energia per prorogare il sostegno a famiglie e imprese anche all’ultimo trimestre dell’anno.
Ottobre è il mese della legge di bilancio, finanziata con circa 24 miliardi, che diventano 28 sommando gli interventi del decreto legislativo di riforma fiscale. Tra i provvedimenti principali, l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef al 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro l’anno, il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e contributivo nel 2024 (7% per i redditi fino a 25 mila euro, 6% per i redditi fino a 35 mila euro) una serie di misure di contrasto alla denatalità , il rinnovo dei contratti nel comparto Difesa e sicurezza, uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi nel 2024 e 4,2 miliardi dal 2026 per lo smaltimento delle liste d’attesa della sanità. Una manovra ‘blindata’ dalla maggioranza, senza la presentazione di emendamenti FdI, FI e Lega se non quelli di governo e relatori. Una scelta che ha rallentato l’esame in commissione, con il via libera al mandato ai relatori arrivato nella mattinata di lunedì 18 dicembre, per l’approvazione al Senato (con fiducia) prima di Natale e quello alla Camera.
Viene intanto varato il decreto anticipi che prevede tra le altre cose fondi per il rinnovo dei contratti pubblici, l’anticipo del conguaglio di perequazione delle pensioni, misure sul lavoro agile dei genitori con figli under 14. Sempre a ottobre ha preso il via il ‘patto anti inflazione’ stretto dal governo con associazioni e rappresentanti della filiera alimentare per un paniere della spesa a prezzo calmierato o scontato fino a fine anno.
A novembre il Cdm vara il decreto sul cosiddetto ‘Piano Mattei’ di durata quadriennale con l’obiettivo di potenziare le iniziative di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano, promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo di questi ultimi e prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari. Tra le misure una cabina di regia guidata dalla premier e una ‘struttura di missione’ a supporto del processo.
Dicembre è il mese dedicato alle ultime e stringenti discussioni sui temi di politica economica europea. Dal Mes alla riforma del patto di stabilità, protagonista di riunioni di Ecofin ed Eurogruppo in videoconferenza a ridosso del Natale. La posizione del governo è nota: le spese su difesa e per la lotta al cambiamento climatico devono essere tenute in conto nelle nuove regole fiscali, un discorso da cui la riforma del Mes non può essere slegata. Ma Germania e Francia, un po’ a sorpresa, annunciano l’accordo sul nuovo Patto di stabilità e l’Italia si trova nella posizione di dover dire sì all’accordo politico ‘con lo spirito del compromesso inevitabile in un’Europa che richiede il consenso di 27 Paesi’, come evidenzia Giorgetti. Il giorno dopo arriva il colpo di scena sul Mes: il centrodestra si spacca in commissione dove arriva il parere contrario alla ratifica dell’accordo di modifica del trattato, un no ribadito poco dopo in aula.
(foto ANSA)