
Trainano i beni non alimentari
A novembre le vendite al dettaglio crescono dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume. Su base tendenziale aumentano dell’1,5% in valore mentre registrano un calo in volume del 2,2%. Lo ha reso noto l’Istat. Rispetto a novembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+3,4%) e il commercio elettronico (+0,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,3%) e le vendite al di fuori dei negozi (-0,9%).
Sono in aumento, su base mensile, le vendite dei beni alimentari in valore (+0,2%) mentre registrano una flessione quelle in volume (-0,2%); le vendite dei beni non alimentari sono, invece, in aumento in valore e in volume (rispettivamente +0,6% e +0,4%).
Nel trimestre settembre-novembre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,8%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,5%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,6%) sia in volume (-0,7%).
«Italiani sempre in cura dimagrante. Se è positivo che rispetto al mese precedente salgano le vendite non alimentari, sia in valore che in volume, è negativo che scendano quelle alimentari in volume, -0,2%. Significa che le famiglie continuano la loro dieta forzata e a stringere la cinghia, essendo costrette a spendere di più pur mangiando di meno – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Se si traduce in euro il calo dei volumi consumati su novembre 2022, le spese alimentari per una famiglia media scendono su base annua di 116 euro a prezzi del 2022, quelle non alimentari di 408 euro, per un totale di 524 euro. Una coppia con 2 figli acquista 161 euro in meno di cibo e 564 euro di beni non alimentari, per una cifra complessiva di 725 euro, mentre per una coppia con un figlio sono 146 euro in meno per mangiare, 670 euro in totale».
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