Crescita ostacolata dai venti contrari tra cui le condizioni finanziarie ancora rigide e le tensioni geopolitiche
Parte oggi il World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Da oggi e fino al prossimo 19 gennaio si riuniscono oltre 60 capi di Stato e di governo, circa 1.600 leader aziendali, tra cui oltre 800 tra amministratori delegati e presidenti dei più importanti gruppi mondiali. Tra i partecipanti di maggior spicco ci sono il presidente francese, Emmanuel Macron, e il numero due della Cina, Li Qiang.
La maggioranza degli economisti intervistati Forum prevede un indebolimento dell’economia globale quest’anno, con la crescita ostacolata dai venti contrari tra cui le condizioni finanziarie ancora rigide e le tensioni geopolitiche. In particolare più della metà degli economisti (56%) si aspetta un indebolimento della crescita quest’anno, mentre il 43% non vede cambiamenti o ipotizza un qualche miglioramento.
«Le prospettive economiche globali rimangono modeste e piene di incertezza – si legge nel rapporto. – Sebbene vi siano sviluppi positivi, come l’allentamento delle pressioni inflazionistiche e i progressi nel campo dell’intelligenza artificiale (IA), le imprese e i responsabili politici si trovano di fronte a persistenti venti contrari e a una continua volatilità, poiché l’attività economica globale rimane lenta, le condizioni finanziarie restano rigide e le fratture geopolitiche e le tensioni sociali continuano a crescere».
E l’Europa sarà l’area geografica con il Pil che soffre di più con il 77% degli economisti che si aspetta una crescita debole o molto debole. Stime deboli anche per gli Usa, Medio Oriente e Nord Africa. Per la Cina invece il 69% degli intervistati si aspetta una crescita moderata dai consumi non brillanti.
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