
Crisi che taglia fuori i porti italiani e triplica il costo del trasporto delle merci
E’ da tempo che si stanno facendo calcoli e previsioni su quanto stia perdendo l’economia globale a causa della Crisi del Canale di Suez. ora iniziano a arrivare i dati ufficiali con i riscontri anno su anno. Gli introiti generati dal transito lungo il Canale di Suez sono diminuiti del 46 per cento a gennaio scorso rispetto allo stesso mese del 2023. A dirlo il presidente dell’Autorità del Canale di Suez, Osama Rabie, che parla al canale egiziano On.
“Lo scorso gennaio il transito delle navi ha fruttato 428 milioni di dollari, mentre a gennaio 2023 erano stati 804 milioni di dollari“, ha affermato Rabie, imputando la causa del calo dei proventi alla minaccia alla sicurezza da parte dei ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi.
Il calo degli introiti è direttamente proporzionale a quello del transito delle navi. A gennaio 2023 hanno solcato le acque del Canale di Suez 2.155 navi, mentre a gennaio scorso 1.362, registrando un calo del 36 per cento. Da alcuni mesi, gli Houthi hanno lanciato attacchi contro petroliere e mercantili, spingendo le compagnie di navigazione a preferire la più sicura, anche se più lunga, rotta del Capo di Buona speranza, allungando il viaggio delle merci di 6 mila chilometri con conseguenti e significativi aumenti dei costi. Dal 9 dicembre 2023, dopo che i ribelli Houthi dello Yemen, schierandosi al fianco di Hamas e dell’asse della resistenza guidato dall’Iran, hanno annunciato l’intenzione di attaccare tutte le navi dirette in Israele senza fare distinzioni sulla loro nazionalità, diversi armatori, in maniera prudenziale e precauzionale, hanno sospeso la rotta Golfo di Aden-Canale di Suez.
La crisi del Mar Rosso sta costando moltissimo all’economia globale tra quelle che ne stanno maggiormente risentendo ci sono certamente quella europea. Gli attacchi al traffico mercantile nell’area si sono moltiplicati e, per gli armatori che per maggiore sicurezza hanno deciso di circumnavigare l’Africa, i tempi di transito per le rotte da Asia a Europa sono passati da sette a venti giorni, provocando una impennata dei costi ed effetti nefasti per la filiera produttiva europea con il fermo di alcune attività industriali per assenza di materiali.
Per essere più chiari, a causa degli attacchi Houthi i prezzi per un container standard, da 40 piedi, sulla tratta Shanghai-Genova sono impennati passando repentinamente da circa 1.400 a oltre 6.000 dollari.
L’Italia dipende dal canale di Suez per il 40% del suo import-export e questa crisi rischia di mettere fuori mercato una parte del Made in Italy per non parlare del danno strutturale che stanno già subendo i nostri porti che hanno visto crollare i volumi di merci movimentate a seguito del dirottamento delle stesse verso i porti atlantici. A subire gli effetti degli attacchi Houthi non è solo il nostro Paese in quanto, secondo le stime del settore, dal canale di Suez transita circa il 12 per cento del commercio globale e il 30 per cento del traffico di container globale.
Siamo di fronte a un’ulteriore nota negativa che si aggiunge ai danni prodotti dalla recente pandemia e dal conflitto in Ucraina.
FOTO: ANSA
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