
Partecipazione aumentata per adeguamento tariffe e flessibilità
Dopo tanti tentativi andati pressoché a vuoto dal 2019, il 13esimo bando del Gestore dei Servizi Energetici per l’assegnazione degli incentivi previsti alle fonti rinnovabili nel decreto Fer 1 offre un segnale incoraggiante. Sono, infatti, stati assegnati 1,041 Gigawatt di potenza a impianti eolici, fotovoltaici e idroelettrici, su 1,627 Gw di potenza messa a disposizione.
A renderlo noto è il Gse con un comunicato. La partecipazione alla procedura, spinta dall’adeguamento all’inflazione delle tariffe di riferimento e dall’introduzione di una maggiore flessibilità nei meccanismi di riallocazione dei contingenti, ha registrato 163 domande di accesso, tra Aste e Registri, per un totale di circa 1,125 Gw richiesti. Per effetto di questi risultati, la potenza complessivamente ammessa nelle 13 Procedure gestite dal Gse sale a 7,3 GW, pari a oltre il 91% degli 8 Gw di potenza disponibile previsti dal Decreto ministeriale del 4 luglio 2019.
Non si può ancora parlare di una vera svolta o di un semplice colpo di coda, ma l’Associazione nazionale energia del vento prova a guardare il bicchiere mezzo pieno, sottolineando quattro segnali positivi che lasciano ben sperare. In primis la procedura del Gestore si è chiusa in anticipo rispetto alla scadenza originariamente prevista, dando «un segnale di efficienza del nuovo Gse molto apprezzata dagli operatori delle fonti rinnovabili – fa sapere Anev – Evidenze concrete che il percorso di avvicinamento dell’Ente alle esigenze del settore, nell’interesse collettivo di realizzare la transizione energetica, si sostanziano con risultati concreti». Un ulteriore elemento di positività arriva inoltre con l’adeguamento delle tariffe poste a base d’asta, che «ha portato ad una partecipazione molto maggiore delle procedure precedenti a beneficio del sistema».
Altro elemento che Anev sottolinea è l’assegnazione di moltissima potenza, oltre 1 GW appunto, grazie «all’attivazione da parte del Gse della possibilità di utilizzare potenza di contingenti inutilizzati per recuperarli dove necessario».
Per portare l’Italia al ritmo necessario d’installazione di nuovi impianti rinnovabili, in ogni caso, servirà molto di più. Soprattutto sul fronte dello snellimento delle procedure previste per l’iter autorizzativo. Nel corso dell’ultimo anno è infatti entrata in esercizio nuova potenza rinnovabile per 5,7 GW, quando gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 richiedono circa 12 GW annui.
L’Anev si concentra comunque sul segnale considerato positivo di questa procedura, chiedendo che si prosegua con un adeguato segnale di prezzo: «Si continui su questa strada – affermano dall’associazione – fornendo agli operatori dei segnali di prezzo adeguati nei prossimi decreti Fer X e Fer 2, differenziando le tecnologie e adeguando le tariffe all’inflazione anche dopo l’aggiudicazione e durante l’esercizio. Infatti un meccanismo di sostegno a due vie come quello attualmente riconosciuto ai produttori Fer tramite il Gse garantisce la crescita delle rinnovabili solo se offre dei segnali di prezzo almeno vicini al prezzo dell’energia e separando le tecnologie al fine di metterle in competizione tra loro. Se invece offre tariffe assai inferiori al mercato ovvero si fanno competere tecnologie con costi diversi, il rischio è quello di non ottimizzare le aggiudicazioni e che gli operatori sono portati a rinunciare».
FOTO: ANSA