A gennaio attività economica torna in calo. Indice Rtt registra un -0,4%
Segnali di stabilizzazione per la produzione e prospettive di recupero della domanda per l’attività delle grandi imprese, è quanto rileva l’indagine rapida del centro studi di Confindustria.
Nella rilevazione di febbraio «più della metà del campione di grandi imprese industriali associate a Confindustria si attende un livello di produzione stabile rispetto al mese precedente 53,7%. Il risultato non si discosta molto da quanto riscontrato a gennaio, evidenziando pertanto una certa stabilizzazione della produzione. La quota di imprese che, a febbraio, prospettano un aumento del livello di produzione 37,2% è più alta rispetto a quelle che si attendono una diminuzione 9,1%. Il saldo delle risposte migliora ulteriormente rispetto a gennaio. Secondo le grandi imprese di Confindustria, la dinamica di domanda e ordini sarà il principale fattore di traino. Le aspettative sull’andamento della domanda e degli ordini, «migliorano per il secondo mese consecutivo».
Tra le criticità, «peggiorano, invece, le aspettative delle imprese intervistate riguardo i costi di produzione». Il saldo tra la quota di imprese che riportano una riduzione e quelle che ne segnalano un aumento si riduce a febbraio -8,9% da -2,5% di gennaio, secondo il Centro studi di Confindustria. Anche il saldo relativo alla disponibilità di manodopera rimane negativo, peggiorando nella rilevazione di febbraio rispetto a quella precedente -2,3% da -1,8% a gennaio, sebbene lontano dai valori di inizio serie -7,2% a marzo 2023. Il divario tra la quota di imprese che hanno riportato un miglioramento delle condizioni finanziarie e quella di chi ha riportato un peggioramento scende di nuovo sui valori di dicembre -2,1% da -0,1%. A febbraio migliorano per il secondo mese consecutivo e tornano in territorio positivo le attese relative alla disponibilità di materiali saldo a 0,6% da -0,9%. In miglioramento anche le valutazioni riguardanti la disponibilità di impianti 1,6% da -0,1%.
Mentre il nuovo indicatore per l’economia italiana, Rtt il Real time turnover, lanciato lo scorso mese dal Centro studi di Confindustria, costruito in base ai dati sul fatturato, destagionalizzato e deflazionato, registra un moderato calo dello 0,4% a gennaio dopo il +1,6% di dicembre. Il calo complessivo è dovuto alle costruzioni, a fronte di dati positivi per servizi e industria.
L’indice si basa sul sistema di fatturazione elettronica gestito da TeamSystem: 400 milioni di fatture elettroniche l’anno per 900 miliardi di valore facciale. E’ in grado, come viene spiegato, di stimare la dinamica dell’attività economica, in tempo reale, a partire dal fatturato di 200 mila imprese, con focus dedicati a macro settori, territori e dimensioni d’impresa. Il nuovo indice accompagnerà l’indagine rapida Csc sull’attività delle grandi imprese industriali.
L’Rtt indica, quindi, che il primo trimestre del nuovo anno si è aperto in calo, riducendo il trascinamento positivo, già piuttosto contenuto, ereditato dal 2023. Nelle costruzioni, l’Rtt a gennaio 2024 mostra un calo molto marcato, che fa seguito al balzo di fine 2023 legato alla scadenza degli incentivi. Nei servizi si registra un ulteriore aumento mensile
+1,1%, dopo +2,7% a dicembre. Mentre si è avuto un forte aumento di Rtt nell’industria, +3,2%, dopo la flessione di dicembre. Questo dato, con il calo delle scorte Istat a inizio
anno, suggerisce un debole aumento di produzione. L’indicatore registra un calo per il Nord-Ovest -1,1% a gennaio, meno ampio al Nord-Est -0,4%. La flessione è più forte al Sud, dopo il balzo di dicembre. Rtt, invece, indica che al Centro resta in corso un forte aumento +3,2%. A gennaio, Rtt indica un forte calo sia per le piccole imprese -4,9%, che per le medie imprese -3,0%. Il contrario avviene per le grandi imprese: l’Rtt indica un ampio aumento a gennaio.
«Il calo complessivo – spiegano gli economisti di via dell’Astronomia – è dovuto alle costruzioni, a fronte di dati positivi per servizi e industria. L’indice indica, quindi, che il primo trimestre del nuovo anno si è aperto in calo, riducendo il trascinamento positivo, già piuttosto contenuto, ereditato dal 2023».
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