L’Italia si conferma la nazione europea più legata all’utilizzo dell’auto, con un parco vetture tra i più grandi del vecchio continente: 666 auto ogni mille abitanti, il 30% in più rispetto alla media di Francia, Germania e Spagna.
A rilevarlo è il report di Legambiente Pendolaria-Speciale aree urbane in cui spiega che a pesare su questa scelta è la mancanza di interconnessioni tra le varie linee di trasporto di massa, di Tpl, trasporto pubblico locale e di mobilità dolce, di integrazione delle stazioni con il tessuto urbano pedonabile e ciclabile.
Infatti a fronte di questo primato, Legambiente incorona il nostro Paese maglia nera per sostenibilità su ferro, metro e ferrovie suburbane da ultimi in classifiche ma prendiamo l’auto per tutto.
«Un immobilismo quello delle città italiane, sempre più fragili e vulnerabili a causa della crisi climatica, che racconta anche quanto si stia investendo poco nei trasporti, osserva Legambiente spiegando che – dal 2010 al 2023 sono 182 gli eventi meteo estremi che hanno avuto, ad esempio, impatti sui servizi ferroviari con rallentamenti o interruzioni causati non solo da piogge intense e allagamenti; frane dovute a intense precipitazioni, ma anche da temperature record e forti raffiche di vento».
Le regioni più colpite sono il Lazio con 37 eventi, la Lombardia 25 e la Campania a 17. L’associazione ambientalista ricorda che «l’ultima legge di bilancio per la prima volta dal 2017 non prevede fondi né per il trasporto rapido di massa, il cui fondo è stato definanziato, né per la ciclabilità e la mobilità dolce».
Per Legambiente, sono necessari maggiori investimenti per le aree metropolitane per sciogliere i nodi irrisolti della mobilità e dell’inquinamento. Al Governo Meloni l’associazione ambientalista chiede di «avviare una stagione di politiche per la rigenerazione urbana, a partire da una maggiore cura e potenziamento del trasporto sul ferro, il miglioramento del servizio lungo le linee esistenti, più sharing mobility e mobilità elettrica, insieme all’attuazione di azioni di adattamento delle infrastrutture agli eventi meteo estremi, in modo da ripensare l’uso di strade, piazze e spazi pubblici adattandoli in funzione delle persone e non delle auto».