Continuano ad arrivare notizie preoccupanti sul fronte economico egiziano. A febbraio l’inflazione su anno è salita al 36% dal 31,2% di gennaio. E’ quanto riferisce l’Agenzia centrale per la mobilitazione pubblica e la statistica egiziana (Capmas), secondo cui a fare da traino è stato l’aumento dei prezzi di carne e pollame del 25%, cereali e pane del 14,2%, prodotti lattiero-caseari, miele e uova del 12,8 per cento, pesce e frutti di mare dell’11,5 per cento. Seguono anche i rincari di ortaggi del 9,2%, frutta del 7,3 per cento, zucchero e dolci del 6,9 per cento.
L’Egitto indebitato all’inverosimile sta precipitando verso l’abisso finanziario. Il Paese è vittima della crisi economica globale, prima l’emergenza del coronavirus e il conseguente crollo dei proventi del turismo e poi la guerra in Ucraina. Nei fatti, la guerra ha avuto un grande effetto sul più grande importatore di grano al mondo. Russi e ucraini, inoltre, rappresentavano prima della guerra un terzo dei turisti in Egitto. Tuttavia, per la maggioranza degli osservatori, come illustri economisti, il paese è «rimasto intrappolato in un ciclo di prestiti che è diventato insostenibile».
Il suo debito è pari all’85,6% della sua economia, secondo l’Fmi.