Il gigante petrolifero statale dell’Arabia Saudita Aramco ha aumentato il suo dividendo nonostante l’utile netto sia sceso del 24,7% a 121,3 miliardi di dollari nel 2023 a causa dei prezzi e dei volumi del petrolio più bassi, dimostrando la continua dipendenza dello Stato dalle entrate petrolifere nel tentativo di diversificare. Aramco, come altri big del settore, aveva beneficiato dell’impennata dei prezzi dell’oro nero che aveva raggiunto i 130 dollari al barile, a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ma anche della ripresa economica post-Covid. L’anno scorso il prezzo del petrolio è invece sceso a 85 dollari al barile, zavorrato dal rischio di recessione mondiale che grava sulle prospettive della domanda. Lo scorso anno le entrate petrolifere hanno rappresentato il 62% delle entrate statali totali.
Aramco ha dichiarato un dividendo base, pagato indipendentemente dai risultati, di 20,3 miliardi di dollari per il quarto trimestre. Si prevede di pagare 43,1 miliardi di dollari in dividendi legati alla performance quest’anno, inclusi 10,8 miliardi di dollari da pagare nel primo trimestre. Il dividendo di base è stato aumentato del 4% su base annua, mentre il dividendo legato alla performance è stato superiore di circa il 9%.
Il profitto, in calo rispetto a 161,1 miliardi di dollari nel 2022, è stato comunque il secondo più alto mai registrato dalla società, ha detto Aramco riportando dividendi totali per l’anno di 97,8 miliardi di dollari, in crescita del 30%.
La società ha affermato che gli investimenti di capitale sono stati pari a 49,7 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 38,8 miliardi di dollari del 2022. Prevede investimenti di capitale tra 48 e 58 miliardi di dollari quest’anno, in crescita fino alla metà del decennio. Il flusso di cassa libero è sceso a 101,2 miliardi di dollari nel 2023 da 148,5 miliardi di dollari nel 2022.
«Il nostro bilancio rimane forte, anche dopo il nostro significativo programma di crescita e il pagamento dei dividendi», ha affermato l’amministratore delegato Amin Nasser che prevede che la domanda globale di petrolio per il 2024 sarà di 104 milioni di barili al giorno, rispetto a una media di 102,4 milioni di barili nel 2023.
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