No all’aumento da 12 milioni di barili al giorno a 13 milioni di barili al giorno. Ma le moyivazioni non sono note
La Aramco, controllata dallo Stato dell’Arabia Saudita, ha annunciato oggi l’interruzione dei piani per aumentare la capacità massima di produzione di petrolio da 12 milioni di barili al giorno a 13 milioni di barili al giorno. In una dichiarazione il più grande esportatore di greggio al mondo ha affermato che il Ministero dell’Energia saudita gli ha ordinato di mantenere la sua capacità massima sostenibile (MSC) ai livelli attuali ma le motivazioni di questa scelta non sono state rese note. La società ha solo detto che aggiornerà le sue linee guida sulla spesa in conto capitale quando i risultati dell’intero anno 2023 saranno annunciati a marzo.
L’annuncio arriva in un contesto di crescenti preoccupazioni sulle prospettive della domanda di petrolio a livello mondiale, data la progressiva transizione globale verso la decarbonizzazione che getta un’ombra sui progetti di investimento a lungo termine nei combustibili fossili. Si prevede che la domanda globale di petrolio aumenterà di 2,3 milioni di barili al giorno nel 2023 fino a raggiungere 101,7 milioni di barili al giorno, secondo il rapporto annuale dell’Agenzia internazionale per l’energia pubblicato a dicembre.
L’Arabia Saudita cerca di diversificare la propria economia allontanandosi dalla dipendenza predominante dalle entrate del petrolio e del gas nell’ambito del programma Vision 2030 lanciato dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Nell’ambito di questa iniziativa si sta concentrando su 14 gigaprogetti, tra cui il complesso industriale Neom.
FOTO: SHUTTERSTOCK