Non arrivano buone notizie dal fronte economico negli Usa visto che l’inflazione è nuovamente aumentata a febbraio, costringendo la Federal Reserve ad attendere almeno fino all’estate prima di iniziare ad abbassare i tassi di interesse.
In particolare l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 3,2% rispetto a un anno fa, secondo quanto riportato oggi dal Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro americano. Il guadagno mensile è stato in linea con le aspettative, ma il tasso annuale è stato leggermente superiore alla previsione del 3,1% del consenso del Dow Jones.
Sebbene il ritmo su 12 mesi sia lontano dal picco di inflazione di metà 2022, rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed mentre la banca centrale si avvicina alla riunione politica di due giorni tra una settimana.
A fare da traino è stato il +2,3% dei costi energetici, mentre i costi del cibo sono rimasti invariati nel mese e quelli degli alloggi sono aumentati di un altro 0,4%.
Escludendo la volatilità dei prezzi alimentari ed energetici, l’IPC core è aumentato dello 0,4% su base mensile e del 3,8% su base annua. Entrambi sono un decimo di punto percentuale in più rispetto alle previsioni.
«Il rapporto sull’inflazione di febbraio è stato molto interessante, con risultati superiori alle aspettative degli economisti. Questo rapporto sottolinea che la lotta della Fed per riportare l’inflazione al di sotto del 2% sarà dura, poiché le componenti più “appiccicose”, come i beni rifugio, rimangono ostinate. L’inflazione statunitense ha mostrato che la sorpresa positiva di gennaio non era un’anomalia, ma gli investitori sono probabilmente meno preoccupati dei numeri dell’inflazione reale e sono più concentrati sulla possibilità che questo cambi le aspettative di un taglio dei tassi della Fed a giugno. Ricordiamo che i mercati desiderano la certezza. Quindi, a prescindere dal fatto che i dati sull’inflazione siano ideali, gli investitori vogliono sapere se possono contare su ciò che ci si aspetta, e in questo momento si tratta di un taglio dei tassi a giugno. Il timore è che questo rapporto possa innescare un approccio “più alto per più tempo” da parte della Fed, ma avremo maggiori informazioni durante la riunione del FOMC della prossima settimana. Se questo rapporto dovesse innescare un calo, si tratterebbe di una pausa molto necessaria, dato che l’S&P 500 è salito in 16 delle ultime 19 settimane ed è in rialzo di quasi il 25% dai minimi di ottobre», ha detto Bret Kenwell, US investment analyst di eToro.