Risulta stabile l’inflazione in Italia. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra a febbraio un aumento dello 0,1% su base mensile e di 0,8% su base annua, come nel mese precedente. Lo rivela l’Istat confermando le stime preliminari.
In rallentamento risultano i prezzi degli Alimentari non lavorati (da +7,5% a +4,4%) e lavorati (da +4,5% a +3,4%), degli Altri beni (da +1,7% a +1,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,2% a +3,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,2%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,8% a +2,7%); per contro, si attenua la flessione dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -20,4% a -17,2%) e regolamentati (da -20,6% a -18,4%) e accelerano quelli dei Tabacchi (da +2,2% a +2,6%) e dei Servizi relativi alle comunicazioni (da +0,2% a +0,8%).
«Grave che i prezzi non precipitino visto che sono a livello astronomico da mesi. Anche se il rincaro rispetto a gennaio è solo dello 0,1%, si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso. Unico spiraglio di luce è che i prodotti alimentari su base mensile calano dello 0,2%, ma si tratta di una magra consolazione, insufficiente per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese. Purtroppo il calo del prezzo del gas nei mercati all’ingrosso è stato in gran parte vanificato dal ripristino dell’Iva piena sulle bollette deciso dal Governo, altrimenti vi sarebbe stata una frenata dell’inflazione significativa. Un’occasione persa che poteva ridare fiato alle famiglie – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. – Per una coppia con due figli, l’inflazione a +0,8% significa, grazie al risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 545 euro, un aumento del costo della vita pari a “solo” 90 euro su base annua, ma il fatto grave è che 314 euro servono solo per far fronte ai rincari del 3,9% di cibo e bevande. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 46 euro, ma 284 euro in più sono necessari per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con 103 euro, +372 per nutrirsi e dissetarsi».
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +2,7% a +2,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +3,0% a +2,6%.
L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento tendenziale di 0,8% (la stima preliminare era +0,9%), in lieve diminuzione da +0,9% di gennaio.