Nuovi ingressi nelle pubbliche amministrazioni a fronte di uscite per pensionamenti, un turn over che interesserà nei prossimi 5 anni 681.800 dipendenti.
Mentre si prevedono ingressi aggiuntivi al turn over per 60.500 unità.
Questo, quanto emerge dal rapporto Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine realizzato da Excelsior con Unioncamere.
Il settore pubblico a causa dell’elevata età media del personale è quello con il tasso di sostituzione atteso nei prossimi anni più elevato. A fronte di un valore medio di replacement di poco inferiore al 12%, il pubblico impiego supera il 20%, il 10,4% per i dipendenti privati.
Il fabbisogno occupazionale dei vari settori è definito in larga parte, oltre che dal saldo atteso dello stock, dalla necessità di sostituzione di addetti in uscita dal mercato del lavoro. Questa componente della domanda è determinata principalmente8 da fattori di pensionamento o mortalità.
Si stima che per il quinquennio 2023-2027 la componente in sostituzione del personale in uscita dal mondo del lavoro ammonti a oltre 2,7 milioni di unità12. Essa rappresenta circa il 72% del fabbisogno complessivo stimato, con punte superiori al 90% per i lavoratori del comparto pubblico.
La forte incidenza del comparto pubblico determina anche l’assoluta predominanza del settore dei servizi che incide per poco meno dei tre quarti del totale delle necessità di sostituzione, raggiungendo quasi 2 milioni di unità.
La criticità evidenziata direttamente per la pubblica amministrazione, determinata dalle elevate necessità di sostituzione del personale, ha degli effetti indiretti che riguardano tutta l’economia in quanto la carenza di dipendenti pubblici e/o la mancanza di competenze adeguate incide sul funzionamento degli uffici pubblici, della pubblica sicurezza, della sanità e dell’istruzione, servizi essenziali anche per le attività dei settori privati e del contesto sociale in generale.
Diviene sempre di più strategico investire sul reclutamento e sulla formazione dei dipendenti pubblici, in modo da ridurre il rischio di “strozzature” che si ripercuoterebbero su tutto il Sistema Paese.
Si prevede pertanto, anche per il quinquennio 2023-2027, un’espansione del personale del pubblico impiego continuando in tal modo il trend positivo fatto registrare negli ultimi anni.