Le banche devono usare le riserve che hanno accumulato in questa fase per aiutare l’economia reale nei periodi di magra. Ad affermarlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parlando a Roma alla Scuola di formazione politica della Lega.
«I poveri risparmiatori, abbastanza pigri, tenevano i soldi sul conto corrente al tasso zero, mentre le banche li mettevano su qualsiasi titolo che rendeva al 5 e guadagnavano senza fare la banca, senza neanche fare la fatica di finanziare l’economia reale e quindi l’imprenditore che ha bisogno di sviluppare l’attività».
Per il ministro ci sono i momenti in cui «le banche guadagnano un sacco di soldi, ma ci sono anche i momenti in cui saltano in aria. E poi deve arrivare lo Stato a salvarle, a metterci soldi.
Non dobbiamo andare lontanissimo per vedere casi come questo.
Le banche – ha continuato – usino quelle riserve per evitare, quando arriveranno i periodi di magra, di creare problemi ad altri. Oggi sembra che tutto vada bene, guardate gli indici borsistici: le banche vanno tutte benissimo, però nel momento in cui i tassi d’interesse scendono, e speriamo che scendano, e l’economia magari qualche problemino lo creerà, la situazione potrebbe non essere più rosea come è oggi», ha ancora detto.
Ad ampio spettro il ministro viene interpellato anche sul tema crescita, modesta ancora per l’Italia.
«C’è un quadro di crescita economica globale, e soprattutto europea, assai modesta. Noi abbiamo l’idea di questo modesto 1 per cento di crescita che però rispetto alla Germania in recessione rappresenta tanto. Resta il fatto che ogni azione che facciamo si cala in un contesto negativo».
Alla domanda su cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo Def, il ministro ha poi detto: «Il punto è che nessuno sa cosa sarà il mondo, l’Europa e l’Italia a fine 2024 e quindi non lo so nemmeno io, non sono un mago. Questo è un anno particolare con tante vicende e dinamiche, a partire dalle elezioni Ue e Usa. Nel mondo c’è una instabilità totale che viene dai conflitti e tutto questo non può non avere conseguenze sull’economia reale».
E infine tra le domande i i temi c’è anche la web tax e il fatto che le grandi multinazionali debbano pagare una tassa è un tema caldo da molto tempo ormai. Si susseguono governi, cambiano i colori ma il nodo resta.
Oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, parlando alla Scuola di formazione politica della Lega, ha nuovamente affrontato l’argomento.
«Tassare le grandi multinazionali è necessario, al di là della definizione di una tassazione internazionale».
Così il titolare all’Economia. Secondo Giorgetti sarebbe importante avere un accordo internazionale sulla tassazione degli over-the-top, anche se ha espresso pessimismo rispetto alla possibilità che ciò accada entro il 2024.
«Essendo una base imponibile piuttosto mobile, assai sfuggente, è chiaro che se si addivenisse a una regolazione globale sarebbe l’optimum. E in questo senso ci si era anche mossi».