Riflettori di nuovo puntati su Evergrande. Il colosso immobiliare cinese, oberato da circa 330 miliardi di dollari di debiti, ha annunciato oggi il ritiro della richiesta di protezione del credito nell’ambito del Chapter 15 negli Usa in relazione al debito offshore della compagnia. «Considerato che non si prevede che i Piani procedano nella loro forma attuale a seguito della nomina di liquidatori solidali per la Società, i liquidatori solidali comprendono che i consulenti legali degli ex rappresentanti esteri della Società, SJ e Tianji, hanno depositato documenti presso il tribunale degli Stati Uniti per ritirare le rispettive richieste del Capitolo 15 della Società – si legge nella nota. – Vengono tuttavia lasciate aperte tutte le opzioni e ci potrebbe essere la presentazione di nuove domande ex Chapter 15 nel caso in cui verrà ritenuto “necessario o appropriato».
Il tuto arriva mentre le autorità lottano per aumentare la fiducia nel mercato immobiliare. Il settore immobiliare cinese è stato storicamente il fondamento dell’economia del paese, rappresentando un’ampia quota del prodotto interno lordo. L’industria è cresciuta rapidamente negli ultimi decenni, alimentata dal debito. Ma questi debiti hanno pesato sui bilanci, portando al default i principali costruttori. Aziende come Country Garden ed Evergrande hanno faticato a ripagare i propri debiti e sono ora coinvolte in lunghi processi di ristrutturazione del debito.
Evergrande è andata in default sul suo debito offshore alla fine del 2021 ed è diventata il simbolo di una crisi del debito che da allora ha travolto il settore immobiliare cinese.
Il settore immobiliare cinese rappresenta circa un quarto dell’attività della seconda economia mondiale. I suoi problemi hanno scosso i mercati globali e hanno spinto Pechino a adottare una serie di misure per rassicurare investitori e proprietari di case.