Jerome Powell, numero uno della Fed, sottolinea la necessità di ulteriori prove del rallentamento dell’inflazione prima di tagliare i tassi ma allo stesso tempo rassicura sul fatto che in 2024 vedrà un cambio di rotta sebbene ci vorrà un po’ di tempo. Rimangono pertanto incerti i tempi dei potenziali tagli dei tassi di interesse, unica certezza il fatto che lui e i suoi colleghi non hanno fretta di allentare la politica monetaria.
«Sull’inflazione, è troppo presto per dire se i dati recenti rappresentino qualcosa di più di un semplice aumento. Non ci aspettiamo che sarà opportuno abbassare il nostro tasso di riferimento finché non avremo maggiore fiducia che l’inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%», ha aggiunto. «Considerata la forza dell’economia e i progressi compiuti finora sul fronte dell’inflazione, abbiamo tempo per lasciare che i dati in arrivo guidino le nostre decisioni politiche».
«I dati recenti sia sull’aumento dei posti di lavoro che sull’inflazione sono risultati superiori alle attese», ha continuato il numero uno della Fed «I dati recenti, tuttavia, non cambiano sostanzialmente il quadro generale, che continua ad essere caratterizzato da una crescita solida, un mercato del lavoro forte ma in riequilibrio e un’inflazione che scende verso il 2% su un percorso talvolta accidentato».
Dunque un approccio paziente da parte della Fed che coincide con altre dichiarazioni arrivate nei giorni scorsi.
L’ultimo in ordine di tempo, quello del presidente della Fed di Cleveland, Raphael Bostic, secondo cui meglio attendersi un solo taglio potrebbe quest’anno perché i prezzi di alcuni articoli importanti sono aumentati. La presidente della Fed di San Francisco Mary Daly ha detto che tre tagli sono una “base ragionevole” ma ha sottolineato che non ci sono garanzie, mentre Loretta Mester di Cleveland ha anche detto che i tagli saranno probabili entro la fine dell’anno.
Powell ha dedicato qualche considerazione anche sull’indipendenza della Fed in vista delle prossime elezioni sottolineando «La nostra analisi è libera da qualsiasi pregiudizio personale o politico, al servizio del pubblico. Non sempre riusciremo a farlo bene, nessuno lo fa. Ma le nostre decisioni rifletteranno sempre la nostra scrupolosa valutazione di ciò che è meglio per la nostra economia nel medio e lungo termine, e nient’altro».