La spesa media delle famiglie giapponesi è diminuita per il 12° mese consecutivo a febbraio, sebbene si sia trattato del tasso di calo più lento in un anno. In particolare il dato è sceso su anno dello 0,5% su base annua, rispetto al calo del 3% previsto dagli economisti intervistati da Reuters, e molto inferiore al calo del 6,3% di gennaio. Su mese i consumi familiari in Giappone si sono attestati a 279.868 yen, in crescita dell’1,4% dopo il -2,1% di gennaio, al di sopra delle attese degli analisti, che indicavano un aumento dello 0,5%.
Separatamente, i salari reali in Giappone sono diminuiti a febbraio, con il reddito medio mensile per famiglia pari a 561.495 yen. Ciò è aumentato dello 0,7% in termini nominali, ma in calo del 2,5% in termini reali rispetto all’anno precedente.
Intanto il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda ha affermato che l’inflazione probabilmente accelererà “dall’estate all’autunno” poiché gli aumenti salariali spingeranno al rialzo i prezzi i prossimi mesi.
Ueda ha anche detto che la banca centrale potrebbe “rispondere con la politica monetaria” se i movimenti valutari influenzassero significativamente l’inflazione e i salari, suggerendo che forti cali dello yen potrebbero influenzare i tempi del prossimo rialzo dei tassi. «Abbiamo terminato il nostro massiccio programma di stimoli perché abbiamo visto intravedere la prospettiva di un’inflazione tendenziale prossima al 2%. Se diventeremo più fiduciosi su tali prospettive, questo sarà uno dei motivi per spostare i tassi di interesse – ha detto Ueda. – Il raggiungimento sostenibile e stabile del nostro obiettivo di inflazione del 2% si sta avvicinando. Si prevede che le possibilità di raggiungimento aumenteranno sempre di più».
I commenti evidenziano la convinzione della BOJ che l’aumento dei salari e dell’inflazione contribuirà a giustificare un aumento dei tassi a breve termine dall’attuale livello dello 0-0,1% già a luglio.