La Banca popolare cinese ha annunciato un programma di “riprestito” di 500 miliardi di yuan (70 miliardi di dollari) per l’innovazione per sostenere i settori scientifico e tecnologico del paese.
Un programma di re-prestito utilizza i fondi prestati dalla PBOC alle banche commerciali, che poi li prestano ai clienti.
In particolare il programma offrirà prestiti tramite 21 banche alle piccole e medie imprese tecnologiche a un tasso di interesse dell’1,75%. I prestiti di un anno possono essere prorogati due volte, fino a un anno ogni volta, si legge nella nota.
I politici cinesi cercano di aumentare la liquidità e aumentare la fiducia nella seconda economia più grande del mondo tra i venti contrari derivanti dalla crisi immobiliare e gli attriti con i principali partner commerciali. Proprio in questi giorni la Yellen è in Cina per provare a sanare i rapporti tesissimi con gli Stati Uniti.
E’ da tempo che va avanti la battaglia tecnologica tra Usa e Cina. Se gli Stati Uniti confermano la loro leadership, la Cina copre il 38% della domanda di assemblaggio, imballaggio e collaudo. Il ché la rende una pedina altrettanto essenziale in tutta la catena. Fornitori esclusivi sul mercato mondiale sono Taiwan (con TSMC) e la Corea del Sud (con Samsung) rispettivamente con il 90% e il 10% delle tecnologie più avanzate. Ma la Cina punta a diventare leader nel settore ed è per questo che sta accelerando gli investimenti per fabbricare autonomamente i propri prodotti.