Gli analisti si aspettavano una politica monetaria invariata e così è stato. La Bce ha deciso di lasciare ancora una volta i tassi fermi al 4,50% per la quinta volta consecutiva nel ciclo di rialzi cominciato a luglio 2022. In particolare il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.
D’altronde più volte i banchieri in questi giorni avevano invitato alla prudenza e alla cautela, spiegando che le mosse di politica monetaria sarebbero state dettate dai dati macro-economici in uscita di volta in volta e che non c’era alcuna fretta di allentare la presa, per non vanicare i risultati raggiunti finora, con l’unico costante obiettivo di abbassare l’inflazione per riportarla quanto rprima al target del 2%. «Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo sulle prospettive di inflazione, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sulla forza di trasmissione della politica monetaria dovesse aumentare ulteriormente la fiducia che l’inflazione stia convergendo verso l’obiettivo in modo duraturo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria», si legge in una nota.
Molti si aspettano un primo taglio dei tassi a giugno e tutto lascia pensare che si andrà in quella direzione. D’altronde la stessa Lagarde aveva palesemente parlato di giugno come primo momento per allentare la presa, dati macro-economici premettendo. Giugno sarà anche il primo mese in cui i politici disporranno di una serie completa di dati sulle trattative salariali del primo trimestre, un’area di preoccupazione per i potenziali effetti inflazionistici.
In conferenza stampa la presidente della Bce Lagarde ha confermato che l’inflazione continua a ridursi e questo vuol dire che la Banca si è mossa bene finora ma le decisioni future saranno decise in base ai dati. «Le decisioni del consiglio – prosegue il comunicato – assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finche’ necessario. Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensita’ della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria. In ogni caso, per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione».
Ha confessato che alcuni membri del consiglio direttivo sarebbero stati favorevoli ad un taglio già nella riunione di oggi ma poi hanno convenuto con la maggioranza ad attendere i dati che saranno disponibili a giugno. Anche perché la crescita è debole, ci si sta riprendendo pian piano.