Un fenomeno grande, e un comparto che si sta consacrando strategico per tutto il turismo italiano è il turismo del vino grazie alle grandi come alle piccole cantine, quelle a accoglienza familiare e che già adesso registrano 15 milioni di accessi ogni anno e ricavano sul fronte enoturistico mediamente il 7% del loro business enoico, che per il 46% non supera i 500.000 euro di fatturato annuo.
Nel 2024, infatti, sono previsti 12 milioni di turisti del vino, registrando un aumento del 20% rispetto all’anno precedente, con almeno 18 milioni di pernottamenti direttamente correlati al fenomeno. Questi dati emergono da un’indagine condotta congiuntamente da Cna Turismo e Commercio e da Cna Agroalimentare, anticipata dall’Ansa in vista del Vinitaly, il salone dei vini e dei distillati che si terrà a Verona dal 14 al 17 aprile.
Più di due terzi degli enoturisti saranno italiani, mentre il restante terzo sarà costituito da stranieri. Tra i visitatori provenienti dall’estero, si prevede una predominanza di turisti statunitensi, seguiti da tedeschi, britannici, svizzeri, olandesi e austriaci. Si prevede anche un aumento degli appassionati provenienti dall’Asia, dall’Oceania e dall’America del Sud.
Secondo l’indagine, l’enoturista è tipicamente un vacanziere di fascia medio-alta che, oltre alla spesa diretta per il viaggio, acquista prodotti come il vino e specialità enogastronomiche per sé e la propria famiglia e spende di più del turista medio in regali diretti o tramite voucher. Inoltre, soprattutto durante il periodo della vendemmia, l’enoturista può partecipare ad attività esperienziali, coinvolgendosi in mansioni agricole o artigianali.
L’indagine condotta da Cna si concentra esclusivamente sui turisti del vino, cioè coloro che non si limitano a una semplice gita fuori porta ma che trascorrono almeno una notte al di fuori della propria abitazione in strutture alberghiere o extra-alberghiere.