Oggi il Fondo monetario internazionale ha leggermente rialzato le sue previsioni di crescita globale, affermando che l’economia si è dimostrata “sorprendentemente resistente” nonostante le pressioni inflazionistiche e le tensioni geopolitiche in corso.
In particolare l’organismo prevede ora una crescita globale del 3,2% nel 2024, in aumento di un modesto 0,1 punto percentuale rispetto alle previsioni di gennaio e in linea con la proiezione di crescita per il 2023. Si prevede che la crescita si espanda allo stesso ritmo del 3,2% nel 2025. «Nonostante le previsioni cupe, l’economia globale rimane straordinariamente resiliente, con una crescita costante e un rallentamento dell’inflazione quasi con la stessa rapidità con cui è aumentata», ha affermato in un post sul blog il capo economista del FMI, Pierre-Olivier Gourinchas.
La crescita sarà guidata dalle economie avanzate, con gli Stati Uniti che hanno già superato il trend pandemico pre-Covid-19 e con la zona euro che mostra forti segnali di ripresa. Ma le prospettive più deboli in Cina e in altre grandi economie di mercato emergenti potrebbero pesare sui partner commerciali globali.
L’FMI prevede che l’inflazione complessiva globale scenderà da una media annua del 6,8% nel 2023 al 5,9% nel 2024 e al 4,5% nel 2025, con le economie avanzate che torneranno ai loro obiettivi di inflazione prima dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo.
«Mentre l’economia globale si avvicina a un atterraggio morbido, la priorità a breve termine per le banche centrali è garantire che l’inflazione scenda dolcemente, senza allentare prematuramente le politiche né ritardare troppo a lungo e causando un mancato raggiungimento degli obiettivi – ha affermato Gourinchas. – Allo stesso tempo, poiché le banche centrali assumono una posizione meno restrittiva, è necessaria una rinnovata attenzione all’attuazione del consolidamento fiscale a medio termine per ricostruire spazio per le manovre di bilancio e gli investimenti prioritari e per garantire la sostenibilità del debito».