Eni chiude i primi tre mesi del 2024 con un utile netto rettificato a 1,58 miliardi, in flessione del 46% su base annua, mentre quello netto ammonta a 1,2 miliardi, in calo del 49% rispetto ai primi tre mesi del 2023. L’utile operativo rettificato pro-forma si è fermato a 4,1 miliardi di euro, in diminuzione del 30% rispetto ai 5,8 miliardi di euro del primo trimestre 2023. Fanno eccezione Enilive e Plenitude, con un balzo dell’ebit del 56% a 420 milioni di euro.
Lo scenario del primo trimestre 2024 è stato caratterizzato dalla flessione dei prezzi del gas naturale (circa -50% rispetto al primo trimestre 2023), mentre il prezzo del greggio di riferimento Brent è stato stabile a 83 dollari al barile. Nel trimestre la produzione di idrocarburi è aumentata del 5% a 1,74 mln di boe/g per effetto dell’acquisizione di Neptune Energy, incluse le attività in Norvegia acquisite da Var Energi, dell’entrata a regime del progetto Baleine in Costa d’Avorio e del Mozambico.
«Nel primo trimestre 2024 abbiamo accelerato il processo di trasformazione del nostro portafoglio facendo leva sulle diverse piattaforme di crescita del valore, sia nei business tradizionali che in quelli legati alla transizione energetica. Grazie al perfezionamento dell’acquisizione di Neptune Energy e all’annunciata operazione di fusione delle attività UK con Ithaca Energy, rafforzeremo l’Upstream con una maggiore presenza nei paesi OCSE e crescente incidenza della produzione gas; inoltre, l’investimento del fondo EIP in Plenitude, ad un valore implicito di oltre 10 miliardi di euro, conferma l’elevato potenziale del nostro segmento rinnovabili e retail – ha detto l’ad Claudio Descalzi. – Sulla base del nostro scenario aggiornato, le nostre aspettative sono di un flusso di cassa operativo di oltre 14 miliardi di euro e, in linea con la nostra politica di distribuzione, prevediamo di incrementare il piano 2024 di buy-back del 45% a 1,6 miliardi di euro».