Francesco Milleri, presidente e amministratore delegato di EssilorLuxottica, è stato confermato al vertice del gruppo dall’assemblea della società a Parigi, che ha votato il suo nome con l’82,9% dei presenti.
Come da proposta della controllante Delfin, che detiene il 32,5% del capitale, sono stati confermati tutti i componenti uscenti del Cda, tra i quali Paul du Saillant, vice amministratore delegato di EssilorLuxottica, Romolo Bardin, amministratore delegato di Delfin, e Mario Notari, cooptato nel consiglio dopo la scomparsa di Leonardo Del Vecchio nel 2022.
«Quando abbiamo annunciato la fusione, il primo ottobre del 2018, EssilorLuxottica aveva una capitalizzazione di mercato di 46 miliardi di euro: oggi è a più di 90 miliardi, ma il nostro obiettivo è superare presto il traguardo dei 100 miliardi – spiega Milleri, aggiungendo che – nel 2018 abbiamo distribuito dividendi per 0,9 miliardi, sei anni dopo abbiamo raddoppiato tale valore distribuendo dividendi per 1,8 miliardi».
«In 6 anni, abbiamo redistribuito ai nostri dipendenti 4 miliardi di euro del valore creato, un miliardo nel solo 2023, sotto forma di bonus, premi di risultato, share matching, partecipazioni agli utili e di dividendi, tutto in aggiunta ai compensi ordinari», conclude il numero uno del gigante italofrancese delle lenti e delle montature per occhiali nato dalla fusione con la Luxottica fondata da Leonardo Del Vecchio.
Intanto il presidente e Ad di EssilorLuxottica, Francesco Milleri, ha risposto a un azionista che chiedeva se il gruppo potrà pensare a uno spin off di Ray-Ban simile a quando fatto dal gruppo Fca e dall’azionista Exor con Ferrari, prima della nascita del gruppo Stellantis.
«Non vedo nel breve termine uno spin-off di qualche nostro marchio. Usiamo la tecnologia, i marchi e la piattaforma in un modo molto integrato. L’obiettivo non è massimizzare i risultati finanziari, ma crescere insieme e costruire un grande gruppo che crei valore per tutti gli azionisti. Poi in futuro non si sa mai – ha concesso Milleri, ribadendo in ogni caso che – non è stato fatto alcun ragionamento in tal senso».