Deludono i dati sul lavoro americano. Sono stati aggiunti 175 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls) ad aprile, dopo che a marzo erano state create 315 mila buste paga. Il dato risulta inferiore alle attese degli analisti che indicavano invece un aumento più corposo di 238 mila di posti di lavoro.
Sotto le attese anche i numeri del settore privato: sono stati creati 167 mila posti di lavoro, contro i 243 mila rivisti di marzo e i 281 attesi dal mercato.
Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics il tasso di disoccupazione è salito al 3,9% dopo il 3,8% del mese precedente, quanto atteso anche dagli analisti.
Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 34,75 dollari, registrando un aumento dello 0,2% su mese e del 3,9% su anno dopo il +0,3% mensile e +4,1% tendenziale registrato a marzo. Si tratta di un dato monitorato con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.
La Banca centrale americana all’inizio di questa settimana ha mantenuto i tassi di interesse invariati , in linea con le aspettative. I politici hanno osservato che “non sarà opportuno ridurre l’intervallo obiettivo finché non si sarà acquisita maggiore fiducia che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il 2%”. C’è molta incertezza sui tagli. Gli investitori non se ne aspettano più tre come il mese scorso e non inizieranno prima della fine dell’anno.