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“Fermare l’ex Ilva”: il 25 giugno la sentenza della Corte Ue su class action promossa dai tarantini

Maria Vincenza D'Egidio
15 Maggio 2024
“Fermare l’ex Ilva”: il 25 giugno la sentenza della Corte Ue su class action promossa dai tarantini
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Azione inibitoria di 10 cittadini e un bimbo con malattia rara

E’ fissata per il 25 giugno prossimo, presso la Corte di Giustizia europea, l’udienza pubblica per la pronuncia della sentenza sull’azione inibitoria collettiva contro l’ex Ilva promossa da dieci cittadini aderenti all’associazione Genitori tarantini e da un bambino di 11 anni affetto da una rara mutazione genetica. La class action è stata firmata successivamente da oltre 130 cittadini.

Era stato il Tribunale delle imprese di Milano, nel settembre 2022, a sospendere la causa sull’inibitoria trasmettendo gli atti alla Corte del Lussemburgo per porre sostanzialmente tre quesiti concernenti l’interpretazione della normativa europea in materia di emissioni inquinanti di impianti industriali in relazione alle norme italiane.

I ricorrenti chiedono innanzitutto la cessazione delle attività dell’area a caldo” dell’ex Ilva, la chiusura delle cokerie, l’interruzione dell’attività dell’area a caldo fino all’attuazione delle prescrizioni dell’Aia e la predisposizione di un piano industriale che preveda l’abbattimento delle emissioni di gas serra di almeno il 50%.

L’azione inibitoria è stata presentata dall’associazione Genitori tarantini tramite gli avvocati Ascanio Amenduni e Maurizio Rizzo Striano, la Regione Puglia si è costituita in giudizio ad adiuvandum.

L’avvocato generale della Corte Ue Juliane Kokott nell’udienza del 14 dicembre scorso ha sostenuto che «in base alle direttive Ue, un impianto industriale non può essere autorizzato se causa eccessivi danni alla salute e solo in circostanze particolari è possibile un differimento delle misure per la riduzione dell’impatto ambientale».

 

FOTO: Ansa
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  • corte ue fissata sentenza ex ilva 25 giugno

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