Il Redditometro è ancora tema caldo per la stampa italiana e soprattutto per il governo che deve rispondere della decisione poi sospesa o rimangiata, con l’intervento diretto del presidente del consiglio Giorgia Meloni che in più occasioni, in questi giorni ha ribadito che il suo governo non ha mai voluto ripercorrere vecchie strategie di controllo fiscale, stile grande fratello, nei confronti dei cittadini.
Ultimo in ordine temporale a dover rispondere alle domande dei giornalisti sul Redditometro è stato il diretto interessato, il viceministro all’Economia e Finanze Maurizio Leo.
«Usare il termine redditometro è assolutamente sbagliato, non esiste più il redditometro. E’ tutto finito nel 2015, è una pagina chiusa dal 2015».
Lo ha precisato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, rispondendo a una domanda dei cronisti sulla misura al vaglio del governo, sulla quale c’è stato più un difetto della comunicazione.
«Il redditometro, ha puntualizzato, è stato completamente abrogato nel 2018 con effetto retroattivo al 2015. Questo è il quadro normativo, quindi nessun problema, non bisogna allarmare le persone. L’obiettivo di queste norme è di colpire i grandi evasori e nessun altro».
Arrivando a un incontro sulla riforma fiscale, in corso a Codroipo (Udine), Leo ha spiegato come «in questi giorni sono usciti titoli di stampa che non corrispondono alla misura del governo».
«Visto che c’è stato un intervento del Garante della privacy, un intervento dell’Istat – ha aggiunto il viceministro all’economia – si è stabilito di ridisegnare un po’ tutto il sistema per colpire i grandi evasori, coloro i quali non pagano le tasse ma hanno macchine di grande cilindrata, yacht e via dicendo.
Questo è l’obiettivo di questo provvedimento su cui giustamente la presidente del Consiglio – ha detto – facciamo un punto ulteriore per rafforzare questi aspetti e questo abbiamo fatto. Per il momento abbiamo sospeso il provvedimento e poi se ne parlerà più avanti».
«Lo strumento va a tutela del contribuente – ha ribadito Leo – e colpirà i grandi evasori. Il presidente ha detto “rivediamo”: vediamolo, se ci sono da fare affinamenti li facciamo. Io sono convinto che lo si vedrà e se bisogna fare delle correzioni normative le si faranno».