Il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso, in un’intervista a La Stampa affronta l’argomento del momento sui dazi ai prodotti cinesi esportati nel mercato europeo o statunitense. Nello specifico entra nel settore auto, uno dei più controversi, ma il ministro affronta tanti altri argomenti caldi, come il Superbonus e la vicenda ex Ilva.
«Il Piano incentivi è indirizzato sui modelli prodotti in Italia. Sulle auto cinesi servono i dazi, come ha preannunciato ieri il commissario Dombrovskis. Biden li ha portati al 102,5 per cento. Anche l’Europa dovrà muoversi».
«Sulla prossima legge di bilancio – ha spiegato il ministro – pesa il macigno del Superbonus, e difende il collega dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sotto l’attacco dei partiti della maggioranza per la spending review su bonus, dicasteri ed enti locali: Sto con lui, perché la precondizione dello sviluppo è la sostenibilità dei conti pubblici».
Urso ha promesso che il decreto attuativo del piano Transizione 5.0 arriverà entro giugno, a quattro mesi dall’approvazione in Consiglio dei ministri. Le imprese sono preoccupate di avere poco tempo per programmare gli investimenti, visto che l’incentivo al 40 per cento va utilizzato entro dicembre del 2025.
«In realtà, l’ultima modifica parlamentare è giunta con il decreto Superbonus pubblicato in Gazzetta tre giorni fa, mentre altre modifiche erano state apportate nel decreto Pnrr sempre durante l’esame parlamentare, di cui abbiamo dovuto tener conto. Abbiamo lavorato per superare alcuni vincoli europei che in prima istanza avevano escluso le aziende cosiddette energivore come la ceramica, il vetro, la siderurgia che sono quelle che peraltro ne avrebbero più bisogno per ridurre l’emissione di CO2. Ci siamo riusciti – ha proseguito Urso – ed ora il testo è pronto per la concertazione con il Mef e il ministero dell’Ambiente , per poi andare quindi alla Corte dei Conti».
Si teme che questo ritardo possa avere un impatto sul Pnrr: «La Commissione europea ha ritenuto di affidare al Mimit altri 9,7 miliardi nella riprogrammazione di dicembre scorso proprio perché siamo un’amministrazione virtuosa: abbiamo centrato sinora tutti gli obiettivi e impiegato le risorse nei tempi».
«Le nuove risorse – ha ricordato il ministro delle imprese e del made in Italy– sono state così ripartite: 6,3 miliardi al Piano Transizione 5.0 che si aggiungono ai 6,4 del bilancio nazionale; 2,5 miliardi ai contratti di sviluppo per l’industria, altri 320 milioni alle Pmi a fondo perduto – il ministro osserva che si tratta – del più grande piano mai realizzato per la transizione green delle imprese. Sarà un volano per l’efficienza e l’innovazione, quindi per la competitività del Sistema Italia».
Su ex Ilva c’è ancora grande incertezza: «Ne ho parlato ieri sera con la Commissaria Vestager qui a Catania, dove oggi faremo insieme un significativo annuncio sulla microelettronica. Abbiamo risposto a tutte le richieste e penso che otterremo a breve il gradimento della Commissione. Il piano di ripristino produttivo degli stabilimenti prevede che alla fine del prossimo anno si possa finalmente tornare a produrre 6 milioni di tonnellate annui, il massimo sino ad oggi consentito», ha concluso il ministro Adolfo Urso nell’intervista rilasciata a La Stampa.