Oggi la banca centrale della Nuova Zelanda ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento al 5,5%, ma ha lasciato spazio a una politica monetaria meno restrittiva nel tempo, qualora l’inflazione rallentasse come previsto. La decisione era in linea con le aspettative di tutti gli economisti intervistati da Reuters.
«Il Comitato ha concordato che la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva. L’entità di questa restrizione sarà attenuata nel tempo, in linea con il previsto calo delle pressioni inflazionistiche», si legge nella dichiarazione.
La RBNZ ha affermato di aspettarsi che l’inflazione complessiva torni a rientrare nell’intervallo obiettivo compreso tra l’1% e il 3% nella seconda metà di quest’anno, in calo rispetto al 4% del primo trimestre.
La RBNZ, prima tra le banche centrali a ritirare gli stimoli conseguenti alla pandemia, ha aumentato i tassi di 525 punti base dall’ottobre 2021 per frenare l’inflazione, nel più aggressivo inasprimento da quando è stato introdotto il tasso di interesse ufficiale nel 1999. Gli aumenti dei tassi hanno rallentato notevolmente l’economia, sebbene dati recenti abbiano mostrato che la Nuova Zelanda è uscita dalla recessione tecnica nel primo trimestre del 2024 con una crescita dello 0,2%.