La norma era presente nel decreto Semplificazioni e permetteva, come evidenziato dai giudici, «all’autorità amministrativa di alzare una barriera all’ingresso dei nuovi operatori» ma così facendo evitava «la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea». Da qui la decisione della Consulta di considerarla incostituzionale. Quindi, il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente (Ncc), dovrà essere rivisto completamente.
Non solo, ma la stessa Corte sottolinea che la preoccupazione completamente ignorata, evidenziata dall’Antitrust circa «l’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea, risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall’incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione».
Quanto presente nel decreto Semplificazioni, infine, ha costituito «un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività» e ha compromesso «non solo il benessere del consumatore, ma qualcosa di più ampio, che attiene all’effettività nel godimento di alcuni diritti costituzionali, oltre che all’interesse allo sviluppo economico del Paese».