«Secondo il Centro Studi Confindustria il potenziale export che possiamo ancora colmare nel mercato cinese è di 2,4 miliardi di euro soltanto per i beni di consumo e 2 miliardi per quelli strumentali». A dirlo è la vice presidente per l’export e l’attrazione degli investimenti di Confindustria, Barbara Cimmino, parlando alla tavola rotonda organizzata a Pechino con la Camera di Commercio italiana in Cina, in occasione della visita della premier Giorgia Meloni.
«Servono relazioni mutualmente vantaggiose all’insegna della reciprocità per garantire uguali condizioni di accesso ai mercati, inclusa una più marcata convergenza degli standard e delle regolamentazioni tecniche, il cui divario comporta sensibili costi aggiuntivi soprattutto alle pmi. È anche per questo che le grandi aziende presenti in Cina possono svolgere il ruolo di business ambassador e di traino all’interno delle filiere, condividendo esperienze e network, l’accreditamento presso le autorità locali e altri elementi fondamentali per la lettura del mercato», ha spiegato ancora Barbara Cimmino.
Per Lorenzo Riccardi, presidente della Camera di Commercio italiana in Cina Pechino continua a confermarsi strategica per l’export italiano. Lo dicono i numeri. «Il numero ed il valore crescente delle missioni istituzionali nel Paese promuovono in modo significativo le relazioni economiche tra Italia e Cina che contano – evidenzia – su investimenti diretti esteri italiani per oltre 15 miliardi di euro, con oltre 1300 investimenti manifatturieri (la maggioranza delle aziende presenti) con 130.000 addetti e un fatturato di 33 miliardi di euro».
La premier si trova in Cina da ieri per ricucire i rapporti e rilanciare la cooperazione bilaterale dopo l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta. La visita terminerà il 31 agosto, facendo tappa a Pechino e Shangai.