Mentre si apre una nuova era di politica complessivamente accomodante da parte delle banche centrali, almeno le più grandi, la Reserve Bank of Australia, decide per una politica restrittiva. La lotta contro il rialzo dei prezzi non è ancora vinta. Lo si legge dai verbali dell’ultima riunione di politica monetaria del 5-6 agosto in cui erano confermati i tassi di interesse al 4,35% sullo sfondo di un’inflazione al 3,9% ancora lontana dal target fissato al 2-3% da raggiungere entro il 2026.
“I membri hanno osservato che mantenere l’obiettivo del tasso stabile al livello attuale per un periodo più lungo di quello attualmente implicito nei prezzi di mercato – si legge nel verbale – potrebbe essere sufficiente per riportare l’inflazione al target in un arco di tempo ragionevole, ma il consiglio dovrà rivalutare questa probabilità nelle riunioni future”.
Da parte sua, invece, la People Bank of China (PBOC), riunitasi oggi, ha confermato i tassi dopo il taglio fatto a luglio di 10 punti base e che ha colto molti di sorpresa. Il prime rate sui prestiti a un anno risulta quindi del 3,35%, a cinque anni al 3,85%.
Taglio in vista anche per la la Banca centrale coreana che da ottobre potrebbe seguire l’esempio delal Fed orientata a tagliare da settembre.
Per quanto riguarda la BanK of Korea (BOK) il tasso di interesse di riferimento al 3,50% deciso a gennaio 2023, dovrebbe essere confermato.