Nel corso dell’incontro con i Rappresentanti Permanenti dei Paesi Ue, a quanto si apprende da più fonti diplomatiche, Mario Draghi ha parlato della necessità di riforme senza precedenti per l’Ue, nelle quali siano coinvolti tutti gli attori del continente.
Per Draghi, si apprende ancora, è necessario agire a 360 gradi e nella maniera più veloce possibile.
L’ex presidente della Bce non ha illustrato in profondità il suo rapporto per ragioni di tempo concentrandosi innanzitutto sulla struttura del testo, che sarà presentato ufficialmente lunedì 9 settembre.
Un rapporto, che conta d’altronde 400 pagine, ma si è concentrato sulla struttura del testo che si sviluppa in cinque macro-capitoli: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale e ricette per i singoli settori sulla base dei dieci principali dossier economici che riguardano l’Ue.
Difatti, ha spiegato Draghi, l’Ue al momento ha diverse sfide sul campo della competitività, spaziando dalla mancanza di innovazione ai prezzi energetici elevati, come dai gap tecnologici all’urgente bisogno di accelerare la digitalizzazione.
Qualche anticipazione però l’ex guida della Bce l’ha concessa ai 27 ambasciatori Ue, accennando che il Rapporto sottolinea la necessità di misure sulla neutralità tecnologica, di una maggiore politica di coesione, di modifiche alle regole sugli aiuti di Stato che assicurino un «level playing field».
In una bozza del Rapporto, visionata da Politico, sono presenti poi istruzioni di Draghi su misure che renderebbero il settore delle armi efficiente e competitivo, oltre che indipendente dal mercato degli Stati Uniti, il cui apporto in termini militari, considerata la possibile (ma non certa) rielezione di Donald Trump a presidente, non potrà più essere dato per scontato nei prossimi anni.
Il piano di Draghi è dunque un tentativo strategico di andare incontro alle necessità di sviluppo di politici e imprenditori dell’industria militare, a lungo bloccati da vincoli legislativi che ostacolano la cooperazione in nome della concorrenza. Una revisione delle regole in vigore finalizzata a rimuovere le barriere burocratiche consentirà di superare l’impasse e incrementare il coordinamento transfrontaliero.
Inoltre, in un’ottica di miglioramento della capacità militare comune, il Rapporto include altre raccomandazioni: l’introduzione di un principio di preferenza europea, in modo da debellare la concorrenza straniera; la definizione di un modello di governance tra la Commissione europea, il Servizio europeo per l’azione esterna e l’Agenzia europea per la difesa; la creazione di un’Autorità per l’industria della difesa, deputata al controllo degli appalti a livello europeo, gestita dalla Commissione europea e co-presieduta dall’Alto Commissariato Generale/Capo dell’Agenzia Europea per la Difesa e dalla Commissione.
Nondimeno secondo Draghi occorrerà incentivare modelli di investimento a lungo termine. In particolare sarà necessario mettere mano alle politiche di prestito della Banca europea degli investimenti per favorire l’erogazione del credito in alcuni settori chiave. Una correzione, questa, che dovrà tenere conto tanto della sostenibilità finanziaria quanto di quelle ambientali e sociali dei paesi dell’Unione.