Emanuele Orsini apre la sua prima Assemblea di Confindustria all’Auditorium Parco della Musica davanti al presidente del consiglio Giorgia Meloni e le più alte cariche dello Stato. Inizia ringraziando tutte le componenti della Confederazione che presiede, affermandosi orgoglioso di rappresentarli tutti.
Elogia i passi in avanti farri dalle imprese e dall’industria italiana e dei successi che si sono ottenuti, in particolar modo quest’anno con una quota export che «se nel primo trimestre ha superato la Corea del Sud ora si è messa alle spalle anche il Giappone». Sono risultati importanti quelli che cita il presidente di Confindustria Orsini ma non risparmia critiche e problematiche del settore industria.
«Da 18 mesi la produzione industriale del nostro Paese ha un segno negativo, la frenata europea e soprattutto quella tedesca ci spinge verso il basso, serve cambiare passo e fare un deciso balzo in avanti».
«Se l’Europa deve cambiare marcia anche l’Italia è chiamata a nuove scelte coraggiose – avverte il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che nella sua relazione all’assemblea annuale mette in primo piano anche la – sfida sociale, l’esigenza di puntare su poche e chiarissime priorità con tre direttrici: competitività, produttività ma anche comunità».
E spiega: «La terza per me significa dare senso sociale, valore e dignità alle altre due. La contrazione dell’industria italiana richiede una vera e propria responsabilità collettiva, di tutti i soggetti sociali e politici del nostro Paese” per “realizzare un deciso balzo avanti della produttività italiana».
«Il Piano strutturale di bilancio ci aspettiamo includa quelle riforme e quegli investimenti che sono assolutamente necessari. Bisogna prevedere serie politiche industriali e rilevanti incentivi agli investimenti, la risposta al post Pnrr, come la spinta che ci deve dare Industria 5.0. Altrimenti rischiamo lo stallo o, addirittura, un passo indietro».
Così il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, all’assemblea annuale. «Dobbiamo definire le priorità, e far convergere le risorse disponibili – aggiunge – immaginando una cornice pluriennale di finanziamenti pubblici e privati per difendere e potenziare le filiere industriali strategiche».
«Noi e i sindacati abbiamo tanto da fare insieme, e noi siamo pronti ad avviare un confronto – ha detto Orsini indicando tra i temi quello dei contratti – Come alcuni sembrano non voler ricordare, Confindustria prevede nelle sue qualifiche contrattuali retribuzioni ben più elevate del salario minimo per legge. Noi difendiamo il principio che il salario, in tutte le sue componenti, si stabilisca nei contratti, nazionali e aziendali, trattando con il sindacato. A cui, rilancia, diciamo che è tempo di un’azione comune per contrastare i troppi contratti siglati da soggetti di inadeguata rappresentanza. È tempo di unire le forze».
«Le sfide da affrontare per l’Unione dei 27 sono ciclopiche – avverte il presidente di Confindustria – Ci conforta che il rapporto del presidente Mario Draghi abbia riportato con profondità e completezza le istanze delle nostre imprese, su cui da tempo richiamiamo l’attenzione – dice Orsini nella sua relazione, sottolinea – la necessità vitale del cambio di passo dell’Europa sulla competitività, in riferimento alle politiche industriali che grandi Paesi come Usa e Cina stanno adottando, senza farsi trascinare da politiche ambientali autolesionistiche».
Dopo le conclusioni orgogliose del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, è salita sul palco dell’Auditorium Parco della Musica per un’altra prima volta all’Assemblea di Confindustria il presidente del consiglio Giorgia Meloni, che apre il suo intervento parlando del valore di Confindustria e delle sue imprese.
«Conta il valore che le persone hanno e non quello che si dice, quel momento per l’industria italiana è arrivato con lo shock che hanno portato le guerre, l’attacco della Russia all’Ucraina, ma come si sa ogni crisi porta un cambiamento e un’opportunità. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che è stato fatto soprattutto in questi due anni con lo scenario geopolitico particolarmente incerto e precario che impattano sull’economia mentre cercavamo di rialzarci dal post pandemia che tanto aveva inciso sull’economia».
«Chiunque con scenari come questi avrebbe vacillato, e invece non è stato così e i dati macroeconomici ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione. Merito del Governo? No. Lo ribadisco ogni volta, non è Stato che crea la ricchezza ma sono le imprese con il loro lavoro. Abbiamo dato stabilità e sostenuto gli investimenti, abbiamo dato il messaggio chiaro che lo Stato non è un avversario ma un alleato con cui camminare al fianco. Abbiamo detto anche dei no, perché i soldi degli italiani non si gettano dalla finestra».
«Italia cresce del +0,9 con una media europea 0,4. Commissione europea Italia cresce e va meglio degli altri, anche se la debolezza di alcune economie europee frena anche la nostra. Io sono fiduciosa che si possa fare di meglio e che l’obiettivo dell’1% sia a portata di mano. Non era scontato fare meglio degli altri in Europa, quando l’Italia era sempre in fondo a tutte le classifiche, crescendo sempre meno della metà della media Ue», aggiunge il premier Meloni.
«La Borsa fa registrare le migliori performance in Europa e nel mondo. Emissione Btp è il valore record che non si era mai registrato prima, è il dato che mi piace di più».
«Il lavoro, mai così tanti italiani avevano lavorato tanto 10 milioni di donne lavoratrici, il Governo ha puntato sulle donne mamme lavoratrici, poter pensare di mettere al mondo dei figli e non vedersi chiusa la possibilità di lavorare. Occupazione di qualità, salgono gli occupati a tempo indeterminato e anche gli autonomi che sempre più persone si mettono in gioco. Tasso occupazione uomnini dal 2009 aumentato 3,9%. Non ci accontentiamo, le cose vanno un po’ meglio ma dobbiamo lavorare ancora moltissimo e aumentare produttività del lavoro, noi su questo fronte rimaniamo dietro alle altre nazioni», continua il presidente del consiglio nel suo intervento all’Assemblea di Confindustria.
«Sulla produttività vogliamo scendere nel merito e valutare tutte le proposte che anche Confindustria crede efficaci. Da ottobre 2023 dopo circa 3 anni che perdevano potere d’acquisto ora le retribuzioni sono aumentate del 3,3%, merito delle parti sociali e delle contrattazioni e del lavoro di accompagnamento che ha fatto il Governo».
«Il nostro merito è stato quello di concentrare le risorse sul potere d’acquisto dei lavoratori, tutti gli interventi che hanno un impatto sensibile nella busta paga. Sappiamo che non è sufficiente ma vogliamo proseguire su questa strada nella nuova Manovra. C’è un tema nel serio da affrontare con il nuovo patto di stabilità che si apre quest’anno che ci impone delle scelte».
«Leggi di bilancio ispirate al buon senso e ispirate alla serietà. Sono pronta a un confronto su questo con Confindustria e anche e soprattutto sulla burocrazia altro tema che va affrontato con determinazione».
«Le priorità le abbiamo definite e ci saranno tutte quello che non ci sarà sono i bonus inutili, perché quella stagione è definitivamente chiusa. La stabilità che stiamo dando è fondamentale, abbiamo pagato in termini economici l’instabilità politica».
«Voglio esser abbastanza chiara. Noi vogliamo seguire la stessa impostazione avuta finora – ha aggiunto il premier – e che mi pare qui condivisa: leggi di bilancio ispirate a buonsenso e serietà, che concentrano le non molte risorse a disposizione nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro, nel rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica, e nella difesa della salute dei cittadini».
Sull’intelligenza artificiale parla in modo chiaro il presidente del consiglio: «Penso che non si possa frenare o fermare l’avvento dell’intelligenza artificiale ma credo che noi sbagliamo se non proviamo a governarlo. Dobbiamo valutare tanti aspetti e quale impatto possa avere sulle democrazie, sul lavoro. La chiamiamo intelligenza ma è un moltiplicatore straordinario, ci dobbiamo chiedere cosa vogliamo moltiplicare. Intelligente non è chi da tante risposte ma chi fa le domande e questo le domande non le sa fare – continua il premier Meloni – credo che sia un grande tema sul quale confrontarci anche con gli industriali».
Ha concluso il suo intervento il presidente del consiglio Meloni, chiedendo un confronto con Confindustria rapido sui tanti temi in primis la legge di bilancio. «Avremo tanto da lavorare insieme non su tutto andremo d’accordo ma troveremo il modo di fare il bene dell’Italia che sono convinta come voi che può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta»